Esistono luoghi - fisici e non - in cui anche i più grandi eroi incontrano le proprie debolezze umane e lì tentano di combatterle: per Peter Parker, ad esempio, un posto del genere era la sua stanzetta nel Queens; per Bruce Wayne la Bat-Caverna; i kryptoniani dubbi, invece, Clark Kent li affrontava all’interno della Fortezza della Solitudine. Proprio la solitudine, unita a una profonda malinconia che “a tratti ha preso i caratteri della depressione” sono stati i sentimenti che Emmanuele Tedesco ha affrontato e combattuto in un ‘luogo’ particolare: quello della musica.
Il ventenne numero 9 dell’AZ Picerno - 8 goal già nel campionato di serie D girone H - ha messo a segno l’ennesima rete e, questa volta, non in campo: con il rap ‘Santo Nueve’ la punta brindisina si racconta, cantando della sua personale impresa di vincere la ‘depressione’. “Sentivo l’esigenza di comunicare al mondo la storia di questi miei ultimi anni - si confessa Emmanuele ai microfoni di gianlucadimarzio.com - , in cui avevo perso la gioia e la spensieratezza nel giocare e divertirmi rincorrendo un pallone: la malinconia e la tristezza mi avevano completamente tolto ogni forma di serenità, ma la musica, in qualche modo, mi ha salvato”.
'Quando indosso ’ste scarpette coi tacchetti sto bene'. "Sto bene" è l’incalzante ritornello del brano musicale ‘Santo Nueve’ che quasi per gioco e, forse, per dare un definitivo calcio a un passato turbolento, Emmanuele ha deciso di pubblicare sul proprio profilo Instagram lo scorso 7 gennaio, non immaginando, però, che la sua vicenda umana, cantata, quasi gridata, potesse suscitare tanto interesse: “Ho pubblicato una storia con il link di questo mio brano la sera tra 6 e 7 gennaio, non una grande strategia di marketing - ammette sorridendo Tedesco -. Eppure, appena mi sono alzato la mattina seguente, ho trovato il cellulare letteralmente inondato da direct e messaggi Whatsapp: persone che nemmeno conoscevo si complimentavano per il coraggio d’aver raccontato i momenti più critici della mia vita, e di averlo fatto ‘in note’.
Moltissimi ragazzi mi hanno ringraziato perché, ascoltando ‘Santo Nueve’, vedevano cantata anche la loro storia, caratterizzata dalle mille difficoltà vissute in un mondo, quello del calcio, in cui se vuoi trovare il tuo posto devi sgomitare, e tanto”. Tre anni di incubi, l’autostima sotto zero e i sogni che volavano via... 'Quel tocco di palla non era più magia', continua così il rappato del ‘nueve’ Emmanuele che a 15 anni vedeva sgretolarsi il sogno di diventare un vero calciatore, con il suo nove stampato sulla schiena.
Solo, dentro la stanza di casa con tutto il mondo fuori. Fuori dal proprio radar, lontano dal suo orizzonte l’idea di riconoscersi ancora nel bambino felice che al parchetto sotto casa giocava per ore e ore con i suoi amici. “L’adolescenza causò in me uno stravolgimento fisico e sentimentale che non seppi gestire: tra l’entusiasmo di essere stato selezionato dal Lecce e le difficoltà enormi che questo grande traguardo comportava, non ho saputo resistere alla tentazione di abbandonarmi a una grande tristezza che sì, mi ha portato a chiudermi in me stesso e a pensare di lasciare per sempre il calcio. Un giorno però, chiuso in quella mia stanza, ascoltavo la musica in cuffia a tutto volume, tra mille lacrime, il mio sguardo fu catturato da un ‘oggetto’ che, pur noto e familiare, avevo per lungo tempo dimenticato: le mie scarpette.
Come in trans, le presi, le indossai e lì ritrovai il mio cuore, la mia felicità. Stavo di nuovo bene, bene”. Da quel giorno in poi, a ‘cantare’ sono tornati anche i gol che Emmanuel ha ripreso a siglare a raffica, con il killer instinct del bomber di razza. A godere delle sue prestazioni quest’anno è la gente di Picerno che il proprio ‘Nueve’ ora lo coccola come un ‘Santo’. Il giorno che vorrà raccontare la propria carriera, forse Emmanuele sceglierà di farlo incidendo un disco musicale piuttosto che scrivendo un’autobiografia. D’altronde lui è il ‘Nueve’ che, a colpi di rap, ha vinto la depressione regalandosi un felice e ‘Santo’ futuro.
A cura di Giovanni Caporale