“Remember the name”. Tre parole,
non per tutti. Lo dice chi è rimasto talmente affascinato da qualcosa - o da qualcuno in questo caso - da dover far sapere
ai più chi è quel ragazzino da ricordare quando sarà un campione. Perché lo
diventerà, come una di quelle regole non scritte del calcio in proiezione futura.
Il nome è Jordi Mboula. Spagnolo, nato a 30 chilometri da Barcellona, di
origini congolesi. Attaccante, classe 1999. Diciotto anni ancora da compiere, li farà il
prossimo 16 marzo.
‘Fuoriclasse’, ‘predestinato’. E dopo il gol - anzi, golazo - contro i pari età del Borussia Dortmund in Youth League è diventato ‘il nuovo Messi’. Tutto merito di quella rete che è diventata subito virale, da vedere e rivedere. Come un colpo d’artista… del pallone, certamente. Ma ecco presto arrivare dalla Spagna i richiami all’arte, così che per definire quel gol si sono scomodati giganti della pittura. “Una pennellata di Kandinskij”, “Un tratteggio di Picasso”. Una rete incorniciata in una serie di definizioni tra l’artistico e il poetico per sottolineare la sua bellezza. Per lui poi il paragone con Messi. O anche con Henry, per altri.
Investitura. Troppo? Si vedrà in futuro, fatto sta che sembra non pesargli affatto. Perché, sempre nella Champions ‘dei piccoli’, Mboula continua ad incantare e soprattutto a segnare. Anche ieri, contro il Porto, quello decisivo (su rigore) del 2-1 che ha portato la Primavera del Barcellona in semifinale. I numeri parlano per lui: 7 gol e 2 assist in 413 minuti, una rete ogni 59'. La Masia lo coccola, la prima squadra lo aspetta. Mboula, intanto, il suo biglietto da visita l’ha già presentato. E in Youth League i riflettori sono spesso tutti suoi, di questo baby-fenomeno. E, taccuino alla mano, non resta che dire ‘Remember the name’.