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Data: 30/04/2022 -

Udinese, Cioffi: "Vincere mi piace. Voglio che in campo si sputi sangue"

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L'allenatore dell'Udinese, Gabriele Cioffi concede un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport prima della sfida contro l'Inter
L'allenatore dell'Udinese, Gabriele Cioffi concede un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport prima della sfida contro l'Inter

L'Udinese può considerarsi la rivelazione di questo finale di stagione in Serie A. Lo 0-4 rifilato alla Fiorentina è solo l'ultimo degli ottimi risultati, ottenuti dai giocatori di Cioffi, vero artefice della risalita friulana, dopo l'esonero di Gotti. Domani,1 maggio 2022, i bianconeri affronteranno l'Inter alle ore 18:00 alla Dacia Arena di Udine e, per l'occasione, l'allenatore ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. Un'intervista, nella quale il focus si incentra sul match contro i campioni d'Italia e sui segreti che caratterizzano l'allenatore dell'Udinese.

 

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Udinese, Cioffi crede all'impresa contro l'Inter

Cioffi spiega che la partita di domani contro l'Inter riserverà un coefficiente di difficoltà molto alto; però, più volte, l'Udinese ha dimostrato di sapersela cavare in match davvero complicati:

 

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"Domani sarà una partita difficilissima. Ma di recente non me ne ricordo di facili: la Fiorentina si sta giocando le coppe europee, la Salernitana i punti di una speranza inattesa. Noi proviamo sempre a vincere"

Udinese, Cioffi si rivela come uomo e come allenatore

In quest'intervista, l'allenatore friulano si racconta sia come persona che come allenatore. Ecco come si esprime a riguardo di questi due aspetti:

 

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"Vincere mi piace. Mi piace leggere, ma non troppo a lungo. Mi piace ascoltare la musica, ma non poi tanto. Amo vincere perché è difficile. Tentiamo di attirare la squadra avversaria, per poi andare in profondità a cercare lo spazio. Questo sul piano tattico. Se parliamo di principi, io ai miei chiedo soprattutto una cosa: che chi ci guarda gioisca. Mi piace un calcio propositivo, aggressivo, guidato da una logica che è la mia. Si va in campo non solo per gli obiettivi, ma soprattutto per lasciare il segno. Voglio che in campo si sputi il sangue e che al momento di uscire nessuno di quelli che hanno pagato per vedere la partita ti possa dire niente"



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