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Data: 14/12/2017 -

Trieste, una città che torna a sognare. Dal fallimento alla rinascita. Il Ds Milanese: “Pian pianino torneremo grandi"

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Più che un club. A Barcellona lo hanno scritto sui seggiolini del Camp Nou. A Trieste, la squadra della città ce l’hanno tatuata nell’anima.

Da sempre. Perché la Triestina è un’icona che va oltre il campo. Negli anni 30 Umberto Saba, uno dei più grandi poeti del ‘900, le dedicava versi indimenticabili: “Trepido seguo il vostro gioco. Ignari esprimete con quello antiche cose meravigliose sopra il verde tappeto, all’aria, ai chiari soli d’inverno”. Squadra paesana. Così si chiamava la poesia di Saba, spettatore e cantore degli alabardati dagli spalti. Un impianto conosciuto oggi come “Grezar”, mediano del Grande Torino morto a Superga.




Mauro Milanese, una carriera di battaglie nel massimo campionato e un presente da amministratore unico del club che lo ha lanciato. Adesso è lui a guidare la rinascita della Trieste del pallone. Oggi in serie C, domani chissà. “Quando sono arrivato non avevamo neanche un pallone”, racconta Milanese a gianlucadimarzio.com. “La squadra era terzultima in serie D, a un passo dall’Eccellenza e a due dalla scomparsa. Io e mio cugino abbiamo deciso che una storia così gloriosa non poteva finire in quel modo”.

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Tags: Lega Pro



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