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Data: 04/12/2018 -

Zanetti: "Sudtirol con spirito da Toro. In Coppa Italia respiriamo il calcio vero"

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Giovedì in Coppa Italia il Sudtirol affronterà il "suo" Torino. Zanetti: "Ai miei giocatori dico sempre di giocare da Toro. Tanti allenatori mi hanno ispirato, su Ventura..."
Giovedì in Coppa Italia il Sudtirol affronterà il "suo" Torino. Zanetti: "Ai miei giocatori dico sempre di giocare da Toro. Tanti allenatori mi hanno ispirato, su Ventura..."

Dovete fare come il Toro”. Non “come loro”, ma “come il Toro”. Sarebbe banale dirlo a pochi giorni da giovedì, la notte magica contro il Torino, che per il Sudtirol di Paolo Zanetti è il premio più bello dopo un anno e mezzo di fatiche e una doppia vittoria in Coppa Italia contro Venezia e Frosinone. E infatti Zanetti di avere questo atteggiamento lo dice sempre, in ogni partita. Ed è questo che rende subito particolare la chiacchierata con l’allenatore dei tirolesi dei miracoli, giocatore granata dal 2007 al 2011. Quattro anni ad altissima intensità, di alti e bassi (con una retrocessione nel mezzo), di elogi e contestazioni. Segnanti.

Ma alle mie squadre lo dico sempre” racconta Zanetti in esclusiva per Gianlucadimarzio.com, “bisogna giocare con quello spirito. Scendere in campo e dare il massimo fino alla fine, sopraffare l’avversario e non essere sopraffatti. Dobbiamo sempre dare l’impressione di avercela messa tutta anche quando si perde. È una componente fondamentale per me” dice. I risultati ci sono stati: “L’anno scorso eravamo partiti per salvarci. Siamo arrivati secondi. Il carattere è stato uno dei nostri aspetti principali. Ed è quanto ho vissuto sulla mia pelle a Torino, dove la squadra non era la più ricca di tutte, ma cercava di superare le mancanze tecniche con l’agonismo. E quella tifoseria lo riconosce davvero se lo fai”.

"26 ALLENATORI, UN UNICO BAGAGLIO. CONTRO IL TORO È CALCIO VERO"

L’appuntamento è per giovedì 6 dicembre, alle 20.45. In uno stadio che lo ha amato ma anche criticato. “Non ero più io a un certo punto, soprattutto dopo l’infortunio al ginocchio. Ma ci siamo sempre rispettati” ammette con grande trasparenza. Però tiene a precisare una cosa: “Quando chiedo di giocare da Toro, non intendo di mettere in campo solo gli attributi. Questa frase lascia invece il tempo che trova: un allenatore non può limitarsi a dire questo, bisogna far capire i dettagli di questo concetto”.

E sì che Zanetti ha vissuto momenti davvero difficili in Piemonte: le aspettative tradite con Novellino (e Recoba), la retrocessione l’anno successivo, le bombe carta durante l’allenamento, duri faccia a faccia con i tifosi. Ma tutto questo si cancella. O meglio, si assimila per lasciare posto ad altro. “Da quelle esperienze, dagli allenatori che ho avuto – e non solo al Toro, in totale sono stati 26 – ho cercato di imparare tutto. Sia i momenti positivi, sia quelli negativi. Cercando di evitare certi errori adesso, visto che tocca a me decidere. Io l’ho detto ai miei ragazzi, lo ripeterò anche prima della partita: abbiamo la possibilità di assaporare un calcio vero. Non farò nemmeno vedere i filmati dei nostri avversari o li spavento troppo! Dobbiamo cercare di fare il nostro gioco, le nostre azioni a memoria. Non abbiamo la presunzione di imporci contro la sesta squadra d’Italia”.






"VENTURA: MAESTRO PER UN MESE"

Lo afferma con un’ammirazione che parte da lontano. Perché “Cairo è cambiato moltissimo. I primi anni sono serviti da rodaggio, doveva capire come funzionasse questo mondo strano. Ci sono stati tanti allenatori, direttori sportivi, giocatori. Poi ha investito sugli uomini ed è tutto diverso: è iniziata una scalata portata avanti con un dirigente preparatissimo come Petrachi e con un allenatore che ha fatto la storia, Ventura”.

Quel nome adesso ha tutta un’altra valenza. “Ma io resto della mia idea: ho imparato più con lui in un solo mese di ritiro che in un lavoro quotidiano con altri. Quando arrivò, capii subito che il Torino sarebbe ritornato in Serie A. La Nazionale se l’è meritata ma ha pagato il fatto che essere ct è molto diverso da un allenatore di club. Il suo è un gioco molto metodico: penso che abbia trovato difficoltà nel non avere tutti i giorni a disposizione i suoi giocatori”.

E sul lavoro quotidiano punta tutto anche Zanetti. E lo fa pure sui suoi giocatori. In attacco schiererà il suo bomber Costantino: 17 gol in campionato lo scorso anno. “Ma loro avranno Zaza, non possiamo fare paragoni. Dico solo che Rocco ci tiene tantissimo a segnare. Per noi sarebbe bellissimo riuscire a fare un gol”. Un obiettivo da raggiungere con pazienza e determinazione. Con testa e grinta. Da Toro. Contro il Toro.



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