Wilfried Singo ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali del Torino, in cui ha parlato della sua storia e delle sue origini: "Ho iniziato a giocare perchè mio era un calciatore, non professionista, ma la passione è arrivata anche a me".
"Giocavo portiere, poi..."
L'esterno ivoriano, infatti, aveva cominciato nello stesso ruolo del padre: "Mi dava spesso consigli e giocava come portiere. Ho cercato di diventare come lui ma quando ho visto i miei amici fare gol e tutto il resto ho deciso di diventare giocatore di movimento". Il classe 2000 ha parlato anche delle sue passioni e non solo: "Mi piace guardare il basket e il tennis. Prego molto, porto sempre con me la Bibbia con il rosario che mi ha dato mia madre, anche alle partite".
"Primo pallone avuto a sei anni, prima..."
Singo ha anche raccontato che fino a sei anni ha giocato senza un vero e proprio pallone: "Il primo me l'ha regalato mio padre a quell'età, prima usavo un altro tipo di palla: si costruivano dei piccoli palloni fatti con buste e sacchetti. Quando sono arrivato in Italia? È stato difficile: ho dovuto lasciare famiglia, amici, e c'era freddo. Per fortuna quando sono arrivato ho trovato N'Koulou, Meitè e Djidji: mi hanno aiutato molto ad integrami in gruppo".
"Juric? Mi aiuta molto"
L'esterno granata ha ricordato anche degli allenatori avuti finora: "L'allenatore che mi ha fatto esordire è stato Mazzarri, lo ringrazio ancora. Juric? Mi ha detto che devo chiudere questa stagione con 5 o 6 gol, mi aiuta molto a fare progressi". Infine, ha svelato il suo sogno per il futuro: "Vorrei aprire una scuola calcio in Costa d'Avorio. Insegnerò ai giovani tutto ciò che ho imparato, anche in Italia".
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