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Napoli, Spalletti: “A volte ho discusso con Juric, ma in fondo ci stimiamo”

Le parole di Luciano Spalletti nella conferenza stampa di vigilia di Torino-Napoli: le sue dichiarazioni

Il Napoli si prepara ad affrontare il Torino per continuare ad avvicinare il sogno Scudetto. In campionato i punti sull’Inter seconda sono 18 ma Di Lorenzo e compagni non vogliono abbassare la guardia (leggi qui le parole del capitano Azzurro). Di seguito, le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa alla vigilia di Torino-Napoli.

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Napoli, la conferenza stampa di Spalletti alla vigilia della partita contro il Torino

Per iniziare, Luciano Spalletti ha presentato le difficoltà nell’affrontare il Torino di Juric: “Il tempo che passa mi dà sempre lo stesso problema e cioè il bisogno di andare a fare qualcosa che mi riempia. Noi andremo a essere giudicati con la determinazione, l’umiltà e la voglia con cui ha affrontato il percorso. Io ho fretta perché ho 64 anni so di non avere troppo tempo e devo dare valore a tutto quello che mi passa davanti. E io per il Napoli sono pronto a tutto. L’anno più bello sarà sempre il prossismo. Torino? Parlo volentieri di loro per il rispetto che non solo devo ma che riconosco al Toro di Juric, che a differenza dell’Eintracht non cambierà il proprio modo di giocare per affrontarci. Sono un’avversaria asfissiante sia in fase di possesso che di non possesso, sono allenati per tenere il ritmo altissimo per tutta la partita e per portare il duello sul piano della fisicità. Con Juric ho anche discusso ogni tanto ma alla fine ci stimiamo”.

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Poi, l’allenatore del Napoli ha continuato : “Si prova sempre a essere migliori di quello che siamo stati. Se penso a quella che è la disponibilità e l’impegno della squadra, vorrei vivere in eterno. Se penso a quello che è successo l’altro sera per la città, vorrei non partecipare a queste situazioni. Quelle cose mi disturbano, non ne vorrei far parte”. Spalletti ha poi proseguito: “Può succedere che ci sia qualche titolare differente rispetto alla partita precedente, ma si fa quello che si fa sempre. Ci prepariamo al meglio per ogni singola partita, una alla volta. I conti si fanno in fondo. Le alternanze sono sempre in base alla forma dei singoli, alle caratteristiche di ognuno. Non ho il timore di sbagliare in maniera profonda, perché qualsiasi cosa scelgo, scelgo bene. Sono tutti interessati alla causa. Farò delle valutazioni in base alla partita”.  

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In seguito Spalletti ha dichiarato: “In Italia c’è una fotografia di ricerca di fare delle cose più moderne, cose più forti nell’impatto alla gara, come la qualità del portiere che per esempio ha il Torino. Tu lo vai a pressare e poi sei costretto a inseguire perché lui ha un calcio che dall’area piccola la mette nell’altra area. Hanno attaccanti tecnici, li conosco bene. Karamoh l’ho allenato e ha guizzi imprevedibili. Il calcio va avanti, ci sono sempre cose da apprendere. Loro amano giocare in profondità. Sono cavalli sciolti da prateria”. 

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Spalletti ha poi parlato dei singoli: Raspadori non ci sarà ancora, infatti non andrà in nazionale. Ndombele? Lui è un giocatore forte. All’inizio non lo conoscevo molto, c’erano dei dubbi, ma per quello che ho visto io, al Tottenham l’avrei visto bene dentro. Lo alleno volentieri perché è anche un ragazzo molto dolce, forte fisicamente, che nella modernità del calcio è un valore importante. Ha forza, motore, tecnica. In Toscana si dice che ‘mi garba’. Se si fanno cose che siamo abituati a fare, ci si trova più a nostro agio, ma nei giocatori di qualità bisogna lasciare libera la creatività, in modo che la loro qualità individuale dia soluzioni”. 

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Spalletti ha poi concluso: “Simeone o Elmas titolari? C’è da valutare che poi c’è una sosta e c’è possibilità di recuperare bene. Quindi chi sta bene, si vanno a riusare. Elmas, come tutti, meriterebbe di giocare perché chi entra dopo, dà sempre un risultato importante ai fini dell’obiettivo di squadra. Qualcosa si cambia, ma per il momento non si dice cosa cambierà. Tifosi? Per noi sono fondamentali, spero non risucceda più quello che è successo. Rigore contro l’Eintracht? Hanno deciso i ragazzi, perché nel nostro spogliatoio c’è democrazia. Se i calciatori decidono di fare diversamente dalle indicazioni, va bene. Zielinski ha chiesto di poterlo battere, gli è stato concesso e allora va bene così”.