Ritrovarsi leader non per caso e pensare che questa sia davvero la volta buona. Erano quasi sei anni fa: a Torino si respirava tutta un’altra aria. La Juventus di Allegri pensava alla Champions (avrebbe giocato la finale), il Torino di Ventura a non perdere il treno per l’Europa League. E poi c’era il pubblico, che nei derby fa sempre la differenza. Chissà quest’anno come l’avrebbe vissuto. Il riferimento a sei anni fa è per l’ultimo derby vinto dal Torino; poteva ricapitare oggi: una condanna alla Juve di Pirlo (che in quella partita, peraltro, aveva segnato), un’ancora di salvezza per Nicola. È finita 2-2: impresa granata sfiorata e un nuovo protagonista sempre più al centro del Toro, Sanabria.
Perché il pareggio del derby piace più ai padroni di casa (le parole di Pirlo a fine gara lasciano trasparire una delusione generale piuttosto marcata) e fa molto morale nel cammino per la salvezza. Questione di testa, sì, ma anche di uomini: tiro di Mandragora, gol di Sanabria. Due acquisti decisivi a gennaio che stanno davvero rivoluzionando una squadra in difficoltà da tutta la stagione. Bene il centrocampista, benissimo l’attaccante, che si scopre uomo derby per la prima volta in carriera.
Perché in Spagna (a Siviglia), e in Italia (a Genova) il suo impatto è stato minimo, quasi nullo. Nessun gol segnato, solo qualche spezzone di gara piuttosto anonimo. Ma che a Torino (ritrovando Nicola) aveva cominciato in maniera diversa, lo si era capito subito: pausa forzata per il covid a parte, ha segnato 4 gol in 5 partite, compresa la doppietta contro la Juventus, che ha un valore storico. Di attaccanti granata a fare due gol nei derby se ne contano pochissimi: Cereser, Pulici, Rizzitelli e Ferrante (l’ultimo a trovare la doppietta, 21 anni fa). Mostri sacri della storia granata.
L’uomo giusto al momento giusto, che si sta scoprendo anche leader di un gruppo alla ricerca di se stesso. “Così possiamo salvarci” ha dichiarato a fine gara il giocatore, tornato in Italia per rilanciarsi e trovando a Torino, in un anno così particolare, l’ambiente perfetto per farlo. Nel cerchio di fine partita, Tony si piazza vicino a Belotti, con cui sta costruendo una coppia d’attacco che sembra nata per giocare insieme. Un bel percorso, in mezzo a tanti rimpianti. Una luce fuori dal tunnel.