Dopo 11 anni sarà ancora Tigre-San Paolo per la Copa Sudamericana. Non si tratta di una finale come nel 2012 al Morumbì, ma per gli argentini è una rivincita come hanno scritto i tifosi sui social e sui volantini fuori dall’Estadio José Dellagiovanna, e si affidano a Mateo Retegui per conquistare i primi 3 punti nel girone.
Quella finale di ritorno del 12 dicembre è durata solo un tempo. Dopo lo 0-0 dell’andata giocato in via del tutto eccezionale alla Bombonera in cui furono espulsi Donatti e Luis Fabiano, il Tigre si era recato in Brasile con 3 giorni d’anticipo per giocare il secondo atto, che iniziò nei giorni precedenti con petardi, bengala e fuochi d’artificio scoppiati di notte sotto l’hotel degli argentini, oltre alla sassaiola al pullman nel tragitto che portava allo stadio. Il primo tempo venne deciso dai gol di Lucas e Osvaldo per il Tricolor Paulista, con l’espulsione di Miranda che però avrebbe lasciato i padroni di casa in inferiorità numerica per la ripresa.
Ma quei secondi 45 minuti non si giocarono mai. Gli argentini, tra cui Ruben Botta e Lucas Orban, non vollero più rientrare in campo. Il motivo? I racconti dell’intervallo sono molteplici e nessuno sa veramente cosa sia successo. Le telecamere installate dentro al tunnel degli spogliatoi casualmente non funzionavano. I giocatori del Matador, alcuni con i volti feriti, hanno raccontato di essere stati blindati dentro lo spogliatoio, altri di essersi visti puntare armi da fuoco. “Spensero le luci, fu una vera imboscata”, aveva raccontato l’ex allenatore Pipo Gorosito.
Dopo quasi un tempo ad aspettare il rientro in campo, l’arbitro cileno Enrique Osses decretò la fine dell’incontro in anticipo e nello stupore generale il capitano del San Paolo, Rogerio Ceni alzò la Copa al cielo davanti ai 70mila tifosi brasiliani. E questa notte l’ex portiere siederà sulla panchina dei brasiliani nelle vesti di allenatore.
La Conmebol solo nel 2018 ha consegnato la medaglia per il secondo posto al club argentino. Con quell’antecedente, negli scorsi giorni i tifosi brasiliani hanno annunciato che viaggeranno in Argentina, ma hanno vietato la presenza a donne e minori. Appuntamento alle 2 italiane, 3767 giorni dopo, Tigre e San Paulo di nuovo faccia a faccia.