Lui sa come si fa. Con la maglia del Barcellona Sylvinho ha vinto la Champions due volte: nel 2006 e nel 2009, ma una volta smesso con il calcio giocato si è dedicato alla carriera da allenatore. Ecco perché quella tra Barcellona e Inter è un po’ la sua partita. Con i blaugrana ha giocato (e vinto) per 5 anni, mentre dei nerazzurri è stato allenatore in seconda nel secondo biennio di Mancini. «Ho visto la gara di andata. L’Inter stava bene dal punto di vista tattico, ma il Barcellona ha fatto tanto possesso palla. I catalani sono più forti dell’anno scorso e c’è sempre da dire che al Camp Nou sarà tutto diverso».
Avvisa subito Sylvinho ai microfoni di gianlucadimarzio.com. «Si dice sempre che il calcio cambia, ma a me sembra che il Dna del Barcellona sia sempre lo stesso». Anche perché dal campo alla panchina è passato Xavi che proprio con Sylvinho ha condiviso successi e sconfitte. «Era uno che guardava le partite di tutto il mondo: il lunedì veniva nello spogliatoio e mi chiedeva “Hai visto la seconda divisione brasiliana?”. Era già matto per il calcio. E allora non mi sorprende affatto che stia facendo così bene anche se ha superato una serie di step molto velocemente. Dalla sua gica il fatto che conosce bene tutto il Barcellona. Personalmente mi sembra che con lui si stia già lavorando per una squadra vincente».
Se dici Barcellona, però, la prima fotografia che viene in mente a Sylvinho ha un altro protagonista. «Andres Iniesta», dice subito. Non ci deve nemmeno pensare. «Semifinale di Champions nella stagione 2008-09. Ci giochiamo il passaggio del turno in casa del Chelsea. Andres si inventa un gol irripetibile. Il resto è storia: la finale di Roma in uno stadio incredibile con un caldo pazzesco, il gol di testa di Messi e tutti noi a festeggiare».
La scoperta di Brozovic
Dal campo alla panchina, dicevamo. E infatti l’Inter di Sylvinho è quella vissuta da vice di Roberto Mancini dal 2014 al 2016. «Rispetto a quell’Inter è cambiato tutto». O quasi, specifica. «Rimasi subito impressionato da un ragazzo croato che iniziava a farsi notare. Con noi Brozovic ha iniziato nel centrocampo a 2 o esterno nel 433. Era giovanissimo ma è riuscito a diventare fondamentale per noi e adesso anche nella squadra di Inzaghi. Si vedeva che avrebbe avuto un futuro brillante. La sua assenza è molto pesante».
"Che sfiga il Mancio"
Dopo l’Inter, per Sylvinho sono arrivate le esperienze in Francia con il Lione e quella in Brasile con il Corinthians. «Senza dimenticare l’avventura con la Nazionale al fianco di Tite. Lui e Mancini sono gli allenatori che mi hanno trasmesso di più. Sono diversi, ma vincenti. Mi spiace per Mancio e per la sua Nazionale: senza Italia non sembra un Mondiale, ma è stato sfigato. E Roberto è il primo a saperlo. Una cosa è certa: lui è l’uomo giusto per il rilancio del calcio italiano».
Ma adesso l’ex terzino è alla ricerca di una nuova esperienza, magari ancora in Europa. «Grazie anche all’aiuto della Giulianisports mi sto guardando attorno. Ho avuto la fortuna di vivere il calcio in Inghilterra, Spagna e italia. E da buon brasiliano ho preso un po’ da tutti. La ricerca del possesso palla, la tattica e l’intensita. Ma soprattutto mi piace un calcio divertente. L’Europa è un posto bellissimo dove lavorare. Ma sono alla ricerca di un progetto dove poter crescere». Parola di Sylvinho, che intanto è già pronto a godersi la sua Barcellona-Inter.