Stefano ha questa particolarità: ciò che vede o tocca diventa oro. Un po’ come Zaniolo, che ha allenato ai tempi della Primavera dell’Inter: “Siamo stati insieme un anno. Ha sempre dimostrato di avere doti fisiche e tecniche straordinarie – ci racconta - gli veniva tutto facile, a volte rischiava di accontentarsi del minimo. Allora lo riprendevo. Faceva parte del mio ruolo, gli dicevo che doveva andare sempre a mille. In un paio di situazioni non lo convocai per fargli capire che doveva metterci più impegno. Faceva sempre gol ma poteva fare di più, vedevo potenzialità enormi in lui. Così, a fine stagione, fece due mesi impressionanti tanto che Spalletti lo portò in prima squadra. Ogni tanto ci scriviamo e lo bacchetto ancora”, sorride.
"Vi racconto il mio Sudtirol"
Roma-Bolzano, lontane ma vicine se si usa WahtsApp. Già, Vecchi è finito in Alto Adige: “Anche se non amo la neve – scherza – non so sciare, non so fare niente”. La panchina è quella del Sudtirol, con cui aveva sfiorato i playoff già nel 2012: “Quando mi hanno richiamato, ho detto che sarei tornato pure a piedi. Ci siamo visti solo una volta, è stato tutto molto chiaro fin da subito. Sapevo che avrei trovato un gruppo disponibile”.
La stagione inizia bene in Coppa Italia, dove il Sudtirol si arrende solo all’Udinese. In campionato le cose vanno peggio, con una sola vittoria nelle prime quattro giornate: “Dopo lo 0-3 subito in casa dalla Reggio Audace, ci siamo guardati in faccia, analizzando i problemi. Da lì c’è stata una svolta”. Arrivano 9 successi in 11 gare e la squadra accarezza il secondo posto. Poi, nell’ultimo mese, i ko negli scontri diretti con Triestina, Vicenza e Piacenza l’hanno rallentata.
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