Mondiali Qatar 2022, gli Stati Uniti: dai "wonderkids" alla rinascita...
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Data: 15/11/2022 -

Mondiali Qatar 2022, gli Stati Uniti: dall'ex Arsenal cresciuto in Italia alla rinascita di Pulisic

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Mondiali Qatar 2022, tutto quello che c'è da sapere sugli Stati Uniti. Allenatore, giocatori convocati, come gioca e il modulo.
Mondiali Qatar 2022, tutto quello che c'è da sapere sugli Stati Uniti. Allenatore, giocatori convocati, come gioca e il modulo.

Non più solo basket, football e baseball negli States. Il calcio si sta prendendo il suo spazio anche negli Stati Uniti, non più solo per le femmine. A dimostrazione, non tanto la qualificazione ai Mondiali (importante comunque dopo l’assenza nel 2018), quanto il roster che porterà in Qatar. Non sarà tra le favorite assolute, ma un posto tra le outsider più quotate se lo prende. 

 

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I giovani avranno voglia di dimostrare anche alle nazionali più attrezzate che possono dire la loro. A proposito di giovani, gli Stati Uniti presentano la nazionale con la seconda età media più bassa di questo Mondiale: 25 anni e 175 giorni. Oltre l’Atlantico stanno puntando sempre di più sui vivai. Non solo delle squadre della MLS, che stanno aumentando a dismisura il seguito. Basta guardare i nuovi record di spettatori. Ma anche nelle scuole e nei college stanno mettendo in piedi un sistema di formazione sviluppato anche per il calcio maschile, come veniva già fatto per gli altri sport. 

Berhalter: le sfide contro Klose, i Galaxy con Beckham e la nazionale

A Berhalter dunque il compito di tenere a bada la banda dei giovani statunitensi. Non che ci fosse riuscito così bene nei gironi di qualificazioni. Infatti gli Stati Uniti sono passati come terzi dietro al sorprendente Canada e il solito Messico. Dopo i vari Donovan e Dempsey, Berhalter si è ritrovato una nazionale di ragazzi. Talmente giovani che si ritroverà ad allenare Giovanni Reyna, una delle star di questa nazionale e figlio del suo compagno di squadra Claudio ai tempi della St. Benedict's Preparatory School.  

 

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Da giocatore era un difensore centrale. Dal New Jersey è volato in Europa. Prima l’Olanda con lo Sparta Rotterdam tra le altre, poi Inghilterra con il Crystal Palace (nel 2002 è stato il primo giocatore in assoluto delle Eagles a giocare una partita dei Mondiali). E ancora la Germania, dove conta un assist contro il Kaiserslautern di Klose e Ciriaco Sforza, e il ritiro negli States. La sua ultima squadra è stata il Los Angeles Galaxy. I suoi compagni di squadra? Landon Donovan e David Beckham. Qualità. E nello stesso anno si ritrova ad allenarli come assistente di Bruce Arena, allenatore che ha fatto la storia del calcio statunitense con la nazionale e i Galaxy. Una parentesi da allenatore in Svezia, poi il Columbus Crew e nel dicembre del 2018 viene scelto per far ripartire gli Stati Uniti dopo la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia.  

Statunitense con passaporto irlandese, proprio per la doppia nazionalità al momento della nomina era stato molto criticato. Dopo lo spiraglio aperto da Bruce Arena, grazie a lui la nazionale ha iniziato ad accettare di buon grado i giocatori con la doppia nazionalità. Berhalter si è dato la possibilità di accingere da un bacino molto più ampio di giocatori. Basti pensare a Dest, che fin da piccolo ha accettato la chiamata degli Stati Uniti nonostante sia nato e cresciuto in Olanda. Ora è una delle colonne della nuova nazionale. Dopo le critiche, ora sarà il primo statunitense a partecipare a una Coppa del Mondo sia da giocatore (2002 e 2006) che da allenatore. La vittoria della Nations League e della Gold Cup sono i biglietti da visita per questi Stati Uniti. 

Come giocano gli Stati Uniti di Berhalter 

Questo sarà il primo Mondiale per gli Stati Uniti senza il mitico Tim Howard tra i pali. Il suo posto lo prenderà Matt Turner, secondo portiere dell’Arsenal che si è messo in mostra in Europa League. Diversi i dubbi nel 4-3-3 di Berhalter. A partire dai terzini. Se al centro è consolidata la coppia Zimmerman-Long, a destra Yedlin e Scally si giocheranno il posto. Il primo ex Newcastle è il titolare di default, ma Scally in questo inizio di stagione sta facendo benissimo con il Borussia Moenchgladbach. Mentre a sinistra parecchie volte ha giocato Dest adattato. Il terzino del Milan però è fuori per un problema all’adduttore (CLICCA QUI per i dettagli sull'infortunio). Il ct valuterà sul momento se potrà essere titolare fin dall’esordio contro il Galles. Emergenza a sinistra anche con Sam Vines, l’unico terzino sinistro di ruolo dell’Anversa, che ha subito una frattura della tibia a inizio novembre e non potrà partecipare al Mondiale.  

 

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Centrocampo quasi già scritto: l’ex Lipsia Tyler Adams centrale con McKennie e Yunus Musah come mezzali. Particolare la storia di quest'ultimo: nato a New York ma cresciuto dal 2008 al 2012 in Veneto dove ha giocato con il Giorgione Calcio, una squadra di Eccellenza di Castelfranco Veneto. Poi si è trasferito a Londra con la famiglia dove gioca con nell'Academy dell'Arsenal fino ad arrivare a oggi al Valencia di Gattuso. Qualità anche in panchina con Aaronson, autore di un bell’inizio di stagione con il Leeds, e Tillman, trequartista dei Rangers che all’occorrenza può giocare anche a centrocampo. Le fasce offensive sono senza dubbio il punto di forza della squadra: Reyna a destra e Pulisic a sinistra. La formazione europea sui due si vede e potrà essere importante. Come punta centrale dovrebbe giocare Ricardo Pepi, attaccante del Groningen, con Sargent del Norwich come riserva, nonostante gli 8 gol in Championship. Menzione d’onore per Jesus Ferreira, tra i migliori marcatori con i Dallas nell’ultima stagione di MLS. 

Pulisic: la stella da far risplendere 

Come blasone, la stella degli Stati Uniti è senza ombra di dubbio Christian Pulisic. Nonostante la fascia l’abbia indossata Zimmerman nelle ultime amichevoli (fatta eccezione per l’ultima contro l’Arabaia Saudita), con ogni probabilità sarà l'esterno del Chelsea il capitano della nazionale. La centralità nel progetto Stati Uniti può essere fondamentale per ridare fiducia allo statunitense. Infatti il suo inizio di stagione non è stato dei migliori: 16 partite tra Premier League e Champions League, 1 gol e 2 assist. Il rendimento con Tuchel non è stato all’altezza e Potter ne sta facendo a meno.

 

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La sua immagine in patria però non è stata rovinata. Sarà sempre il ragazzino che ha dato il via alla nuova onda degli Stati Uniti in Europa. I presupposti per fare bene in questo Mondiale ci sono tutti. Gli statunitensi credono ancora in "Capitan America". 

I convocati 

Portieri: Horvath, Johnson, Turner;

Difensori: Carter-Vickers, Dest, Long, Hills, Moore, Ream, Robinson, Scally,  Yedlin, Zimmerman;

Centrocampisti: Aaronson, Acosta, Adams, de la Torre, McKennie, Musah, Roldan;

Attaccanti: Ferreira, Morris, Pulisic, Reyna, Sargent, Weah, Wright.



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