Conte: “Meritocrazia nello sport ma l’UEFA rifletta”
Le parole di Antonio Conte al termine di Spezia-Inter, tra il “traguardo” quasi raggiunto e la Superlega
Pareggio in trasferta contro lo Spezia per l’Inter che continua la sua marcia verso il titolo. A Farias risponde Perisic e, complice il ko del Milan a San Siro, i nerazzurri restano primi a +10 dal secondo posto.
A fine gara, Antonio Conte – ai microfoni di SkySport – ha analizzato la gara ed è tornato sull’argomento Superlega.
Conte: “Il traguardo inizia a vedersi”
“La pressione è inevitabile che si senta. Non dimentichiamo che tanti calciatori stanno lottando per la prima volta per vincere qualcosa di importante.
Sono comunque contento della prestazione, potevamo avere più qualità sotto porta. per questo ora parliamo di un pareggio. La gara però l’abbiamo giocata con la giusta voglia. A me interessa che ci sia la prestazione e che i ragazzi stiano sul pezzo. Le giornate sono sempre meno e il traguardo inizia a vedersi. La fatica si fa sentire”.
Conte: “Superlega? Meritocrazia sì, ma l’UEFA rifletta”
“Distratti da quando accaduto nelle ultime 48 ore? Abbiamo avuto solo un giorno praticamente. Dopo Napoli siamo rientrati lunedì e chi ha giocato ha fatto defaticante, poi abbiamo preparato questa gara. Il lavoro è stato molto concentrato.
Poi abbiamo ascoltato tutti queste notizie. La mia opinione? Non bisogna mai dimenticare le tradizioni che vanno rispettate. Ci deve essere passione e non per ultimo lo sport deve essere meritocratico. Noi lavoriamo per cercare di vincere e guadagnarci qualcosa. La meritocrazia penso vada sempre messa al primo posto. Tutto quello che è successo però dovrebbe far riflettere l’UEFA che riserva solo una minima parte dei diritti alle squadre che partecipano alle competizioni. I club vengono spremuti.
Quindi gli organismi che sono a capo del calcio devono riflettere bene su quello che accade: loro non investono niente, mentre le società lo fanno. Su giocatori, allenatori e così via. La Champions e l’Europa League la devono giocare le squadre che conquistano la competizione. Il merito sportivo comunque deve prevalere. Altrimenti il calcio perde il suo significato”.