La Spagna ha fatto la voce grossa al suo esordio in questo Mondiale in Qatar: un sonoro 7-0 rifilato alla Costa Rica, mentre la Germania - compagna nel girone - si è arresa sotto i colpi del Giappone, che ha vinto in rimonta 2-1. Nell'edizione di oggi del noto quotidiano spagnolo Marca, ha parlato l'attaccante della Nazionale iberica Alvaro Morata, ex Juve ora tornato all'Atletico Madrid.
Il centravanti ha raccontato l'atmosfera del gruppo Spagna a poche ore dal match coi tedeschi: "Siamo molto felici per questa vittoria con la Costa Rica, ma ora è passata. Ora inizia il nostro vero Mondiale. Quelli sono tre punti e un ammontare di gol che potranno aiutarci molto se la qualificazione dovesse complicarsi".
"Questa Spagna ha un gruppo forte"
Nella sua intervista, Morata ha evidenziato come, a un anno dall'Europeo, la Spagna sia cresciuta così rapidamente come gruppo. "Basta guardare la formazione per capirlo. All'Europeo, prima di iniziare, avevamo tutti più dubbi: ora qui sappiamo tutti cosa dobbiamo fare, chi gioca dall'inizio e chi entra dopo. Si vede subito quando il gruppo è buono. L'allenatore ora ha una situazione incredibile in mano: per lui sarà davvero difficile fare delle scelte, perché chiunque dei 26 può giocare nella formazione titolare".
"Non mi interessa giocare di più o di meno degli altri - ha continuato l'attaccante. Sono al Mondiale: non importa se non devo giocare di più, mi interessa vincerlo. Alla fine si tratta di tirare le somme, ognuno di noi deve fare quel che deve fare. Chi è più anziano ha la responsabilità di prendersi cura e motivare chi è più giovane. Parlo molto con i più giovani: con Nico Williams, con Ansu Fati o con Yéremy Pino. Abbiamo molti ruoli, non si tratta solo di essere titolari o sostituti. Le persone della Federazione ci hanno reso le cose molto più facili; i giocatori e i fisioterapisti lavorano tutto il giorno. Siamo tutti uno".
"Luis Enrique è stato fondamentale per me"
Una buona parte dei meriti per il ritorno al gol (e alla serenità) di Alvaro Morata con la maglia della sua nazionale - dopo periodi bui - ce l'ha proprio il CT spagnolo Luis Enrique: "Ci sono momenti in cui scherza con noi, ma ci aiuta sempre, nella buona e nella cattiva sorte. In quelli cattivi fa sentire quelli che non giocano uguali o addirittura più importanti di quelli che giocano".
"Lui mi ha aiutato molto. È difficile da spiegare. Si è fidato di me nel momento più difficile, non solo della mia carriera, perché ho avuto altri momenti difficili, ma anche della mia vita personale - ha confessato l'ex Juve. Sentivo di avere un intero Paese contro di me, era una situazione molto difficile e lui si è messo lì e mi ha difeso contro tutti. Cerco solo di restituirgli la fiducia e tutto ciò che ha fatto per me".
"Durante Euro 2020, il giorno prima della seconda partita contro la Polonia, ero in corridoio ad aspettare perché avrei dovuto parlare in conferenza stampa. Mi sono alzato e non ho avuto nemmeno voglia di guardare il cellulare, ho solo parlato con mia moglie, i miei genitori e i miei figli. Sono andato alla conferenza stampa senza voler parlare. Stavo aspettando e ho sentito il CT dire: "Domani giocheranno Morata e altri dieci". In quel momento ho capito che non dovevo pensare solo al campo, che dovevo dare tutto".
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