Primo pensiero quando la squadra si ritrova in campo: durante la notte avranno perso qualcuno dei loro cari? Carlo Nicolini, vice direttore sportivo dello Shakhtar Donetsk, ogni mattina cerca di carpire dagli occhi dei suoi ragazzi, seduti in cerchio, un’ombra di inquietudine: “Nelle ore precedenti può essere successa qualsiasi cosa – dice a Gianlucadimarzio.com. - Non è più come prima, che ti alzavi e facevi lo scherzo, adesso devi cercare di sapere se qualcuno di quelli che ti stanno accanto ha perso un amico o magari un familiare”.
La guerra ha stravolto le priorità, ha messo al primo posto la paura. Ma il calcio è tornato anche in Ucraina, dove si sono già giocate tre partite di campionato. “E una cosa voglio dirla – afferma Nicolini – a chi pensa che con una guerra in casa non si debba giocare a calcio, io dico che è meglio che questi ragazzini di 20 anni abbiano un pallone tra i piedi che un fucile in mano”. Nicolini, un passato da vice allenatore di Mircea Lucescu, da due stagioni collabora con il ds dello Shakhtar Darijo Srna. Quando la guerra è scoppiata è tornato in Italia, a Brescia, si è aggregato alla squadra durante il ritiro estivo e tornerà in Ucraina dopo la trasferta a Lipsia, per la prima gara di Champions League in programma stasera.
"Ora ci muoviamo in pullman e dobbiamo attraversare due dogane"
Sarà un lungo viaggio: “Per spostarci ci mettiamo un giorno – racconta Nicolini -. Non possiamo più prendere l’aereo come facevamo prima. Ora ci muoviamo in pullman e dobbiamo attraversare due dogane: quella ucraina e quella polacca, e i tempi sono lunghi, perché anche se siamo una squadra professionistica i controlli sono scrupolosi”. Con tutte le problematiche del caso: “Come fai ad allenarti se dopo una partita di campionato devi affrontare un giorno di viaggio e poi una partita di Champions?”. E il discorso vale anche per le gare casalinghe che in Europa lo Shakhtar giocherà allo Stadion Wojska Polskiego di Varsavia.
Allo Shakhtar, inserito in terza fascia, è toccato un girone complicato: “Quasi impossibile – ammette Nicolini. - Per il terzo anno consecutivo troviamo il Real Madrid. Due anni fa abbiamo vinto, ma dobbiamo essere onesti: è un risultato che capita una volta su dieci e noi ci siamo riusciti con una squadra competitiva. Con quella di quest’anno ce la giocheremo ma sarà difficile. Il Lipsia è una delle squadre più forti del campionato tedesco, è una squadra di talento e in estate ha ripreso anche Werner che è un grande attaccante. Poi c’è capitato il Celtic, altra squadra forte, che insieme al Marsiglia era il club di quarta fascia da evitare”.
Una montagna da scalare per lo Shakhtar, da quest’anno composto da solo ucraini ad eccezione di Lassana Traoré: “E’ l’unico straniero che ha deciso di restare – racconta Nicolini -. Lo ha fatto perché la scorsa stagione, dopo un brutto infortunio, la società lo ha aiutato a sostenuto. Un segno di riconoscenza”. Tutti gli altri hanno preferito partire: “Era normale aspettarselo. Per questo abbiamo fatto un calciomercato diverso: abbiamo puntato su calciatori ucraini, molti dei quali giocavano all’estero. Sono orgogliosi, hanno deciso di tornare per aiutare il loro paese”.
"La Juve era interessata a Mudryk"
Le cessioni in estate sono state importanti, anche in Italia: “Nella storia recente lo Shakhtar ha sbagliato solo due acquisti di calciatori brasiliani. Forse in passato arrivavano nei top club già pronti: Marcos Antonio e Dodo sono due ottimi prospetti ma probabilmente faranno vedere il meglio di loro solo dalla prossima stagione. È stato un mercato difficile – aggiunge Nicolini -. A parole sono tutti bravi a dire ‘aiutiamo l'Ucraina, aiutiamo i club difficoltà’. Però tutti, poi, sapendo della nostra situazione, non dico che ci mettevano con le spalle al muro però tiravano sul prezzo”.
A bussare alla porta del club ucraino in estate è stata anche la Juve: “Il club bianconero – svela Nicolini – si è interessato a Mudryk, giocatore per cui abbiamo rifiutato offerte anche di 35 milioni, perché noi lo valutiamo molto di più”. Il talento ucraino classe 2001 sarà in campo stasera contro il Lipsia. Serata di stelle, fino ad aprile un miraggio, ora realtà: “C'era il rischio di non esistere più e che tutto fosse perso – conclude Nicolini – e chissà questi ragazzi che fine avrebbero fatto. Adesso comunque una squadra c'è. Sarà difficile ma lottiamo sperando torni presto la normalità”.