“A fine stagione cercherò una nuova avventura" rivela Sergio Pirozzi. A quasi un anno esatto dal suo ritorno sulla panchina del Trastevere, le strade tra il club e l'allenatore si divideranno nuovamente. "È una decisione che avevamo già preso un mese fa con il presidente, in qualunque modo fosse terminata la stagione" racconta Pirozzi in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Lui, che già cinque anni fa aveva deciso di lasciare il Trastevere. Nessuna ricerca di nuove sfide a quel tempo, ma solo una scelta di cuore. Quella di stare vicino agli abitanti di Amatrice, di cui allora era il sindaco, dopo il terribile terremoto del 24 agosto 2016. Adesso, una volta ottenuto il patentino UEFA Pro, Pirozzi sarà pronto per altre avventure: "Lo dico ora a campionato quasi finito, ma la decisione era stata già presa in amicizia e serenità con il presidente Betturri da tempo".
Senza dimenticare l'affetto e l'amicizia che lo lega allo stesso presidente del Trastevere: "Con lui c'è un grande rapporto. Nell'ultima partita contro l'Ostia Mare mi ha rivolto delle critiche per non aver sostituito Lorusso poi espulso, ma lui è un passionale e ha fatto tanto per il Trastevere. Non si è accorto che si era trattato di un'espulsione diretta e non di una somma di ammonizioni proprio per la passione con cui vive le partite e questa società".
I progetti per il futuro di Sergio Pirozzi
Contestazione archiviata e pace fatta subito. Funziona così per Sergio Pirozzi, che vive di passioni e sentimenti. "Cerco sempre una piazza con tanta passione. Io sono fatto così. Mi piacerebbe lavorare in una società che punti sulla valorizzazione dei giovani, cosa che ho fatto anche quest’anno al Trastevere. Magari in Serie D non conta molto ma nelle categorie superiori è un aspetto a cui viene dato più valore e questo dà alle società la possibilità di crescere anche grazie alle plusvalenze".
"Dove mi porterebbe il cuore? All'Ascoli. Ma lì c'è mister Sottil che quest'anno ha fatto un miracolo. Ho già allenato la Primavera dell'Ascoli e lì ho potuto lavorare e valorizzare un giovane come Di Tacchio, adesso capitano della Salernitana". Storie di vivai e di futuro. "Mi piacerebbe tornare proprio in una Primavera o andare comunque in una società che punta sui giovani. Con questo non voglio dire che il Trastevere non abbia un progetto, ma come ho detto avevamo deciso già da un mese che le nostre strade si sarebbero divise a fine stagione".
Pirozzi: "Quest'anno abbiamo avuto più vicissitudini noi del Titanic"
Non dimentica il Trastevere, Sergio Pirozzi. Con i leoni l'allenatore marchigiano ha raggiungo quest'anno il primo storico secondo posto in un girone di Serie D. "È stata un’annata straordinaria. Abbiamo attraversato in questa stagione vicissitudini incredibili. Abbiamo affrontato due focolai di Covid a inizio e fine stagione, un grave infortunio al tendine rotuleo del capitano e ci sono stati altri giocatori importanti fuori per 3-4 mesi. Abbiamo avuto più vicissitudini noi del Titanic. È stata una grande annata, con sofferenze con tanti problemi ma, per aver lottato per vincere il campionato fino alla fine, posso dire sono tornato bene dopo il primo addio".
Il campionato di Serie D è giunto a due giornate dal termine, con il Trastevere distante sei punti dalla capolista Montevarchi. E, dopo il bilancio comunque positivo della stagione, Pirozzi vuole lanciare un appello alla politica da ex sindaco di Amatrice e attuale consigliere regionale del Lazio: "Siamo già matematicamente secondi e prenderemo parte ai play-off ma il presidente ha già ribadito più volte che comunque vada non presenteremo domanda di ripescaggio. Siamo in assenza di un impianto adatto per salire di categoria e il prossimo sindaco di Roma dovrà affrontare questo aspetto. Al di là del discorso legato al Trastevere, un impianto a regola per la Lega Pro potrebbe dare un grande impulso a tante società di Roma e dintorni che fanno sforzi nella Serie D". Calcio e politica in un unico binomio per l'allenatore marchigiano. Perchè Sergio Pirozzi è così, un passionale. Prendere o lasciare.
A cura di Tommaso Mangiapane