La mancata abolizione delle liste di giocatori utilizzabili nel campionato di Serie C nella stagione 2020/2021 ha provocato una dura presa di posizione da parte dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), che un paio di ore fa ha proclamato lo stato di agitazione, minacciando pure uno sciopero in occasione della prima giornata di campionato. Prontamente, è arrivata anche la risposta del presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli.
Di seguito vi riportiamo entrambi i comunicati delle due parti.
Ecco la nota ufficiale del sindacato dei calciatori presieduto da Umberto Calcagno:
"L'Associazione Italiana Calciatori prende atto del silenzio e della mancata risposta da parte della Lega Italiana Calcio Professionistico alla richiesta di abolizione delle liste di giocatori utilizzabili nel Campionato di Serie C nella stagione 2020/2021", si legge. "Il percorso virtuoso intrapreso nella scorsa stagione concedeva alle singole società la libertà di investire sulla costruzione di una squadra competitiva, innalzando il livello del campionato e dello spettacolo, creando così un miglior contesto formativo anche per i giovani, basato sulla meritocrazia."
Secondo l’AIC questa scelta è invece destinata a condurre “Ad un impoverimento tecnico della categoria e, con esso, alla definitiva rinuncia ad un progetto di sviluppo e scelte sportive ben più adeguate a un campionato professionistico… con l’intento di voler imporre politiche che limitino chi seriamente impiega risorse nel nostro mondo, permettendo a molti di competere senza investire. Il risultato, già ampiamente sperimentato in passato, sarà un abbassamento del livello tecnico del campionato e dello spettacolo. Tutto questo è inaccettabile”.
Continuando col ribadire l'entità del danno sulle carriere dei giovani atleti. “Il combinato disposto tra le norme sul c.d. minutaggio – che prevedono di fatto l’obbligatorietà in campo di quattro giovani (uno di essi schierato anche per un solo minuto!) – e quelle sulle liste a 22 giocatori, pregiudicherà le opportunità di lavoro a circa 200 tesserati della categoria; si determineranno, inoltre, pregiudizievoli squilibri professionali e un peggioramento qualitativo della Serie C, generando false illusioni di carriera in tanti giovani calciatori schierati in campo con il solo intento di beneficiare delle somme distribuite in relazione al loro impiego."
“Auspichiamo a tal fine una programmazione pluriennale e condivisa delle norme che riguardano la valorizzazione dei vivai nazionali e la formazione dei calciatori, che sia la giusta sintesi tra contenuto tecnico, formazione e utilizzo dei giovani, mettendo definitivamente fine al caos normativo degli ultimi anni con una pianificazione tecnico-sportiva a medio-lungo termine."
Infine, l’AIC avvisa in merito all'organizzazione di un possibile sciopero se cose non dovessero cambiare: “Per tali motivi, l’Associazione Italiana Calciatori annuncia lo stato di agitazione per l’intera categoria dei calciatori tesserati per le società militanti nel campionato di Serie C, riservandosi, in caso di mancata soluzione delle tematiche evidenziate, di indire lo sciopero per la prima giornata di campionato”.
A seguire, la risposta di Ghirelli:
"Mi trovo ancora una volta costretto a replicare alla comunicazione pervenutami dall’Avv. Calcagno ed al conseguente comunicato stampa pubblicato da AIC riferito alla richiesta di abolizione delle liste di giocatori utilizzabili nel Campionato di Serie C nella stagione 2020/2021. Voglio subito evidenziare che nel drammatico contesto che stiamo vivendo trovo la minaccia di sciopero dell’AIC assolutamente irresponsabile ed irricevibile.
"L’economia del nostro paese è al collasso, le aziende italiane continuano a chiudere, i nostri presidenti-eroi continuano a sostenere ingenti spese alle quali si devono aggiungere gli insostenibili costi derivanti dall’applicazione del protocollo professionistico. In questo situazione l’AIC cosa fa invece di ringraziarli? Minaccia lo sciopero!!!!! La ragione? Perché il nuovo regolamento potrebbe (secondo la loro miope visione che facilmente verrà confutata) portare ad un “impoverimento tecnico della categoria” e potrebbe portare alla mancata conferma di una parte dei calciatori, che aggiungo io, non sono mai utilizzati dai club nella scorsa stagione. Perché è inutile parlare utilizzando facili slogan.
In un momento di estrema difficoltà come questo per il Paese non possiamo permetterci di aver ottenuto dal Governo il credito d’imposta ed altre importanti misure, per poi “sperperare” risorse finanziarie non necessarie. Non possiamo lamentarci che il sistema calcio italiano non forma giovani calciatori e poi proprio l’associazione che dovrebbe tutelarli neppure li considera quando calcola il numero totale dei calciatori dei club.
In questo contesto in cui l’AIC minaccia lo sciopero, rimane ferma la nostra posizione, ma io invece invito i calciatori ad andare senza indugio dai loro Presidenti per dir loro una sola cosa: GRAZIE!!!!"