"Posso garantirvi che ho fame e una voglia pazza di fare bene. Mi hanno creato un'etichetta non vero e sono a Bari anche per toglierla". Dopo essersi presentato con due gol nelle prime due presenze contro Spal e Cosenza, Sebastiano Esposito parla per la prima volta da giocatore del Bari. Lo fa con la consapevolezza di chi a 20 anni ha già totalizzato più di 100 presenze tra i pro tra Italia, Svizzera e Belgio e la determinazione di chi sa di avere ancora un percorso tutto da scrivere. "Sono un giocatore che si ambienta presto nelle piazze in cui gioca. Anche altrove sono partito bene, ora a Bari speriamo di continuare così" è il suo biglietto da visita. Inter, Venezia, Spal, Basilea, Anderlecht. Ora Bari. "Cosa ho in testa? Quando leggo degli articoli sul mio carattere, credo che alcuni giornalisti si divertano a parlare di questa cosa. Sono un ragazzo giovane, forse ho sbagliato qualcosa nel mio percorso ma alcune cose sono state completamente inventate. Di sicuro non sono un genio però penso di avere una forte personalità e forse questo in passato ha dato fastidio a qualcuno".
Da San Siro al San Nicola, Esposito e la ricerca della continuità: "Polito mi ha parlato chiaramente, i miei occhi hanno risposto"
Prima parte di stagione a Bruxelles, con 18 presenze e un gol, seconda in Puglia. "Sono stato infortunato da metà novembre e ho vissuto il periodo di recupero per un mese a Brescia - racconta Esposito - il giovedì prima di firmare sono venuto qui in ufficio con il direttore sportivo Polito, lui mi ha parlato chiaramente, è stato molto diretto. Ha visto i miei occhi, la voglia di far bene e alle sue parole ho risposto con gli occhi. Così è decollato tutto, sono felice di essere qui". Con la speranza di poter trovare continuità: "Non so precisamente cosa mi è mancato, di certo qualcosa perché altrimenti dall'Inter non sarei andato via in prestito. Sono qui per dare del mio meglio, spero di riuscirci e di fare bene, infiammando una piazza che è importante, ha una bella storia e ha tifosi spettacolari". La voce è quella di chi ha già due primati in tasca: marcatore dell'Inter più giovane al Meazza nella storia del club, a 17 anni e 172 giorni (22 dicembre 2019, Inter-Genoa 4-0) e più giovane debuttante nerazzurro in Champions League a 17 anni e 113 giorni. "Ho voluto chiedere il meno possibile alle persone come si sono trovate qui. Se avessi parlato con Antonio Conte mi avrebbe detto al mille per mille di venire qua. Ognuno ha un ricordo della sua esperienza".
"All'estero la carta d'identità si guarda meno che in Italia"
Nello specchietto retrovisore ci sono un calciomercato affrontato a fari spenti ("Non ci sono state tutte le trattative di cui ho letto, ho scelto Bari perché penso possa aiutarmi in un percorso di maturazione. Il direttore mi ha dato delle certezze sul piano morale, l'allenatore anche: per me sono l'ideale") e il calcio di rigore conquistato contro il Cosenza. Esposito risponde così alle proteste avversarie. "Sul rigore ho preso il pallone, sono cascato e l'arbitro ha fischiato rigore. Pucino ha sbagliato il cross (ride, ndr), Rigione non si aspettava che arrivassi e l'ho anticipato. Una volta che l'ho anticipato ho sentito un calcetto al tallone sinistro e sono caduto. Penso sia un rigore netto e indiscutibile". Che Micai ha parato a Cheddira, bravo a rifarsi di testa nel secondo tempo. "Con Wal mi trovo bene - assicura Sebastiano - lo stesso con Mirco e con Scheidler. Ognuno ha le sue caratteristiche e penso che tutti e quattro possiamo giocare insieme". Fare gol è anche la ricetta per ritrovare l'Azzurro della Nazionale, sfiorato in uno stage a maggio del 2022: "All'estero si guarda di meno la carta d'identità che in Italia. All'Anderlecht ero in squadra con dei 2005 e dei 2006, cosa che in Italia accade raramente. L'ambizione di andare in Nazionale maggiore è di tutti, è un sogno che coltivo. Il sogno però ora è prima riconquistare l'Under 21".
Il legame con il fratello Salvatore e papà Agostino: "L'acquisto della Voluntas Brescia un atto di riconoscenza"
Nazionale maggiore che ha toccato, con tanto di esordio ufficiale, il fratello Salvatore, più grande di due anni e oggi in A con lo Spezia. Il legame di Esposito con la famiglia è talmente forte che i due, insieme a papà Agostino, nella scorsa estate hanno rilevato le quote della Voluntas Brescia. La scuola calcio dove sono cresciuti Pirlo, Acerbi, Baronio, Corini, Bonera e Scalvini. E i fratelli Esposito. "La famiglia ha trasmesso a me e mio fratello dei valori - racconta Sebastiano - uno su tutti è quello della riconoscenza. A noi è stata concessa una possibilità quando io avevo 8 anni e Salvatore ne aveva 10: trasferirci a Brescia e avere un'opportunità di vita per tutta la famiglia. Siamo grati a Roberto Clerici, che purtroppo non c'è più ed è stato una persona fantastica, un secondo padre per noi. La mia famiglia è rimasta a Brescia e la scuola calcio era un pochino in difficoltà a livello economico e tecnico, così mio padre ha deciso di entrare in società. Lo abbiamo fatto con voglia e riconoscenza, appena possiamo cerco di essere in campo con i bambini perché moi piace giocare con loro e ricambiare l'affetto che ho ricevuto".