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Data: 04/08/2017 -

Sebastian Breza, un guardiano extralarge per i pali del Monopoli: “Le scarpe? Me le mandano dal Canada”

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Tra Ottawa, Ontario, Canada, e Monopoli, Puglia, Italia, ci sono un oceano, circa 10000 chilometri e un continente. Nel mezzo, ecco il mondo di Sebastian Breza, portiere extralarge in forza al “Gabbiano”, formazione di Serie C, che nel meridione d’Italia cerca di spiccare il volo verso i suoi obiettivi: quelli di un portiere nato il 15 febbraio del 1998, cresciuto da attaccante e spostato tra i pali da suo padre, che lo schierava “sempre in porta quando c’erano da affrontare sfide importanti, me la cavavo sin da piccolo”, con radici a Montreal, precisamente a Cartierville.

Nel ritiro affrontato dalla formazione allenata da Massimiliano Tangorra a Genga, nelle Marche, questo portiere alto 198 centimetri si è subito messo in luce: lunghe leve e “voglia di crescere” sono il suo pane quotidiano, come racconta a gianlucadimarzio.com. La spinta non gli manca: logico se calzi 51. “Prima era molto complicato trovare le calzature giuste - scherza - ora le scarpe arrivano da un magazzino di Montreal. Me le spediscono direttamente al campo di allenamento”. Bravo nelle uscite alte, agile nonostante la stazza - merito dell’hockey, praticato da bambino - Breza deve migliorare sul primo palo, dicono di lui. Che tra i modelli segue la scuola tedesca di “Neuer e Leno” e guarda con ammirazione a un baby-fenomeno come “Donnarumma, mostruoso”. Anche se alla fine “basta che si pari la palla: non conta lo stile tra i pali”. Arrivato a Monopoli tre stagioni fa grazie ad “Angelo Fumarola, è lui che mi ha portato in Italia”, nella scorsa stagione Sebastian è stato in prestito a Palermo: partito come terzo portiere della Primavera rosanero, a causa degli infortuni rimediati dai portieri della prima squadra, Breza ha anche ottenuto ben tre convocazioni in serie A nelle partite contro Crotone, Atalanta e Juventus. “E’ stato emozionante - ricorda - ma ancora più emozionante sarebbe tornare su certi campi da protagonista”.


Per farlo, sa che dovrà sudare al caldo della Puglia: “A queste temperature per un canadese non è facile”. Sarà per questo che lui è il primo rappresentante della nazione famosa per lo sciroppo d’acero a cimentarsi nel calcio italiano? Sulla cucina, però, Breza non ha dubbi: “In Italia si mangia troppo bene, la pasta poi è eccezionale”. Si muove in bici e quando è arrivato a Monopoli tre stagioni fa ha vissuto a casa del
presidente del club biancoverde: “Qui mi sono sentito subito in famiglia e alla società sono grato, voglio ripagarla sul campo”. Gratitudine: una parola che non manca nel dizionario di Sebastian. Anche quando si tratta di salutare con affetto un compagno di ruolo e stanza nel Palermo Primavera come Marson, oggi al Sassuolo: “Sono contento per Leo (Marson, ndr) che è andato al Sassuolo, quello che sta ricevendo lo merita. E’ un grande portiere”. La distanza da casa non è più un problema (“all’inizio è stato complicatopoi mi sono abituato: parlo con i miei una volta ogni 3 giorni, poi ci sentiamo su Skype”), il tifo un po’ meno: nel suo cuore ci sono Liverpool e Borussia Dortmund, apprezzate “per il diverso modo di fare calciomercato, pescando tanti giovani bravi”. Sogna di indossarle quelle maglie, con quelle del ‘suo’ Montreal, ma intanto deve cercare spazio a Monopoli. Con un obiettivo tra i tanti: “L’anno scorso mi hanno convocato in nazionale canadese, ma ho dovuto rinunciare perché ho anche il passaporto norvegese: spero che questo sia un anno di scelte”. E’ tempo di diventare grande Sebastian: un canadese in Italia può piantarci anche le tende.




Tags: Lega Pro



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