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Scontri in autostrada tra i tifosi del Napoli e quelli della Roma | VIDEO

Scontri tra i tifosi della Roma e quelli del Napoli in autostrada: le immagini e il punto della situazione

Problemi nell’autostrada A1 nel tratto di strada tra San Savino e Arezzo, dove nel primo pomeriggio alcuni tifosi della Roma si sono scontrati con quelli del Napoli, andando a bloccare il traffico. Autostrade ha segnalato code per 15 km.

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Scontri in autostrada tra i tifosi di Roma e Napoli

Attimi di panico nell’autostrada del sole dove i tifosi del Napoli, in viaggio verso Genova per la sfida contro la Sampdoria, si sono scontrati con quelli della Roma, in viaggio verso per Milano per la sfida contro il Milan.

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Secondo quanto riferito dalle fonti della Polizia, i tifosi del Napoli dall’interno dell’area di servizio avrebbero lanciato oggetti contro le macchine dei tifosi giallorossi in transito lungo l’autostrada. A loro volta i sostenitori della Roma avrebbero quindi fermato le auto per rispondere alle provocazioni, iniziando così gli scontri. Sono scesi dalle auto in mezzo all’autostrada, tutti incappucciati e vestiti di scuro. Avevano bastoni e lanciavano petardi e fumogeni verso l’area di servizio, hanno detto alcuni testimoni.

Come riportato dall’Ansa, gli scontri avrebbero avuto luogo nell’area di servizio di Badia al Pino, la stessa dove nel 2007 fu ferito a morte il tifoso della Lazio Gabriele Sandri. In quell’occasione un agente di polizia nel tentativo di disperdere la folla sparò un colpo di pistola che raggiunse e uccise il tifoso biancoceleste.

Qualche ora dopo gli eventi, la madre di Ciro Esposito, giovane tifoso morto a Roma prima della finale di Coppa Italia del 2014 tra la Fiorentina e il suo Napoli, ha rilasciato una dichiarazione: 

Condanno come sempre faccio da anni in ogni luogo in cui parlo, tutto ciò che è violenza nel calcio e che per me e tutta l’ Associazione che rappresento in memoria di mio figlio, deve essere aggregazione, sportività e rispetto e non altro. Devo anche constatare però che nonostante i miei appelli c’è una parte di queste Istituzioni che continuano ad essere sordi di fronte ad un fenomeno che sembra sopito ma a cui basta una scintilla per riesplodere e l’episodio di oggi ne è la conferma. Forse la morte di mio figlio non ha insegnato nulla, forse le passerelle di qualcuno si sono perse nell’oblio. Io continuerò a credere che il calcio possa cambiare fin quando il buon Dio mi darà forza per farlo. A.Leardi“.