Cosa accomuna Mouhamadou Sarr e Jerzy Dudek? Entrambi portieri. E fin qui, pochi dubbi. Più di un’uscita con i tempi giusti o di un salvataggio sulla linea. È la tecnica nel parare i calci di rigore che, con la mente, ci riporta alla finale di Istanbul. Un balletto passato alla storia. Nel 2005 fu Liverpool contro Milan, Shevchenko contro Dudek. Oggi è Como contro Cremonese, Sarr contro Cutrone. Scenari decisamente diversi, il risultato però è lo stesso.
La danza ipnotica sulla linea di porta
Minuto 72’ di Como-Cremonese, nona giornata di Serie B. Cutrone sistema il pallone sul dischetto, pronto per battere il calcio di rigore. La rete riaprirebbe la partita. Davanti a lui, Mouhamadou Sarr che cerca di distrarlo. Non a parole e nemmeno con uno sguardo ma con una danza. O meglio, un balletto sulla linea di porta, da un palo all’altro. L’arbitro fischia. Cutrone calcia, Sarr para. Un intervento decisivo, come molti altri durante la gara, che regala i tre punti alla squadra di Stroppa. 1-3 il risultato finale.
Buffon l'idolo, Cremona la sua nuova casa
“Il punto fisso da seguire, paragonabile a Cristiano Ronaldo per un attaccante”. Così, il portiere italo-senegalese, parlò - ai microfoni di gianlucadimarzio.com - di Gianluigi Buffon. Icona, leggenda e modello da cui trarre ispirazione. Le giovanili al Bologna, poi per Mouhamadou arriva il momento di “farsi le ossa”. Più precisamente in Toscana, a Prato. A pochi chilometri da quello che lui definisce il centro dell’arte italiana. La Firenze degli autori medievali, uno su tutti Dante, il suo preferito. Dopo anni di Purgatorio, il 28 maggio scorso Sarr raggiunge il Paradiso, che per lui non è Beatrice ma la prima presenza Serie A. Proprio con la maglia della Cremonese.
Con il ritorno alla base di Carnesecchi, oggi Sarr si è preso meritatamente la titolarità. A suon di parate e di balletti.