Avete presente le storie di quei bomber che da bambini segnavano a raffica diventando le stelle indiscusse dei tornei giovanili? Quelle storie raccontate dai loro ex compagni o ex allenatori: “Segnava decine di gol a partita, viveva per il gol”, “Quando non segnava tre gol, era triste per una settimana”. Bene. Dimenticatele. Perché quella di Amadou Sarr, attaccante classe 2004 della Primavera dell’Inter, è una storia completamente diversa.
È subito doveroso fare una precisazione: Amadou Sarr segna, e anche tanto. È forte di testa, calcia benissimo sia di destro che di sinistro, fa gol da fuori e dentro l’area di rigore. Da sempre ha segnato tantissimo e spesso con i suoi gol è stato decisivo per le sue squadre. Ma allora, vi starete giustamente chiedendo, cosa c’è di diverso rispetto a tutte le altre storie di cui sopra? Semplice: Amadou Sarr non è come tutti gli altri attaccanti. Le sue qualità da calciatore sono fuori discussione, ma a renderlo unico – e speciale – è il suo comportamento dentro e fuori dal campo.
Inter, chi è Amadou Sarr: la sua storia
Procediamo per gradi. Nato nel 2004 a Gossas, in Senegal, Amadou è cresciuto a Ormelle, in provincia di Treviso. Fortemente legato alla sua famiglia, eredita l’amore per il calcio dal padre. Già in Senegal “Papà Ale” – come è chiamato dagli amici – giocava a calcio e, una volta arrivato in Italia, si è subito inserito in una squadra amatoriale. Il caso vuole che in quella squadra giochi anche un dirigente della Liventina (ora Liventina Opitergina), società trevigiana che dal 2012 è Centro di Formazione Inter. “Perché non porti tuo figlio da noi?”, ma Amadou è ancora troppo piccolo e, prima di arrivare alla Liventina, va al Basalghelle (oggi ASD Zigoni Oderzo). L’allenatore del Basalghelle è Gianfranco Zigoni, ex giocatore di Juve, Genoa, Roma, Verona e non solo. In poco tempo Zigoni nota il talento di Sarr e chiama Bruno Cover, attuale Responsabile Scouting della Liventina Opitergina: “Bruno, guarda che qui c’è un ragazzino davvero forte, deve fare un percorso importante”.
Dopo la segnalazione di Zigoni, Cover va a seguire Amadou in un torneo giornaliero: “L’ho visto in campo, mi ha fatto subito un’ottima impressione e anche la sua famiglia, che ho conosciuto in quel torneo. Il bambino era molto timido e magrissimo. Sempre a disposizione della squadra, aveva doti di velocità, elasticità, riusciva sempre a rubare il passo agli avversari, arrivare in porta e segnare” ha raccontato Cover ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
Dopo un solo anno al Basalghelle, Amadou si trasferisce quindi alla Liventina: “Appena arrivato lo abbiamo subito aggregato ai 2003 nel campionato esordienti e ha poi continuato a giocare sotto età anche nei giovanissimi”. Nonostante sia il più piccolo in campo, Sarr riesce sempre a essere determinante. “La sua forza era di farsi trovare nel gioco, veniva sempre molto dentro al campo. Usava bene tutti e due i piedi. In campo è sempre stato molto altruista. Saltava con facilità l’uomo e poi passava il pallone. Aveva – e ha – un’ottima conclusione da fuori area, sapeva – e sa – calciare di potenza e precisione. Ricordo che ha segnato tanti gol sotto la traversa e all’incrocio dei pali calciando dal limite dell’area. O saltava tutti e la metteva in mezzo o saltava tutti e segnava. Altre volte calciava direttamente da fuori area e faceva gol. Poi chiaramente era molto forte anche nel gioco aereo, visto quanto è alto. Aveva tutto”.
"Si è sempre messo a disposizione del gruppo"
Ma oltre alle qualità tecniche, Sarr si è sempre distinto per le sue qualità umane: “Non è mai stato uno che voleva mettersi in mostra e attirare l’attenzione. Ha sempre cercato di fare bene il suo compito. Se l’allenatore gli diceva devi giocare così, lui era molto rispettoso e diligente e giocava in quel modo. È sempre stato rispettoso dei compagni. Se c’era da fare un gol ma un compagno era libero, lui la passava al compagno. Quando in alcune partite avevamo un grande vantaggio, lui si rifiutava di fare gol e passava la palla ai compagni per rispetto degli avversari. In campo e nello spogliatoio non è mai stato molto espansivo, ma era ben voluto da tutti per le sue qualità. Si è sempre messo a disposizione del gruppo. In campo è sempre stato molto leale, non ricordo abbia mai preso un cartellino giallo. È sempre stato molto altruista. Sempre sorridente, sempre disponibile. Quando viene a trovarci è disponibile con i bambini e fa le foto con loro”.
Qualità, tecniche e caratteriali, che hanno attirato l’attenzione dell’Inter. Il passaggio dalla Liventina ai nerazzurri è stato breve, essendo la società trevigiana – come detto in precedenza – un Centro di Formazione Inter. I primi allenamenti a Interello, i primi tornei in giro dell’Italia e poi il trasferimento definitivo nell’estate del 2018. Non prima, però, di giocare – e decidere – l’ultima partita con la Liventina. È la finale nazionale dilettanti, si gioca a Misano Adriatico, la Liventina vince contro la Sestese e diventa Campione d’Italia Dilettanti. Sarr, dopo aver iniziato dalla panchina, entra nel secondo tempo e segna il gol del definitivo 2-0. Ultima partita, ultimo gol, ultima vittoria e il grande salto all’Inter.
Inter, ecco Sarr: lavoro e squadra al primo posto
Nelle giovanili nerazzurre l’inserimento va un po’ a rilento. Sarr è un diesel e ci mette un po’ a ingranare. A inizio anno fa sempre fatica a trovare il ritmo partita, ma nel finale di stagione si scatena. La stagione 2021-22 racconta al meglio questa sua caratteristica: da settembre a gennaio segna appena quattro gol, da febbraio a maggio ne realizza dieci. Discorso simile nella passata stagione: zero gol fino ad aprile e cinque messi a segno nell’ultimo mese e mezzo. Numeri e dati che raccontano tanto della mentalità di Sarr. Amadou non è un ragazzo che si abbatte facilmente: anche quando le cose non vanno, lui continua a lavorare, determinato a migliorare e dimostrare il suo valore.
Quest’anno, però, Sarr ha deciso di invertire la tendenza e l’inizio della sua stagione è più che positivo: tre gol e un assist in sei partite giocate tra campionato Primavera e Youth League. Così è diventato un giocatore chiave della Primavera di Chivu, che stravede per lui. Prima punta, seconda punta e anche ala destra: Sarr gioca ovunque, grazie alle sue qualità fisiche e tecniche. Sa difendere palla spalle alla porta e far salire i compagni, attaccare la profondità o puntare l’avversario nell’uno contro uno. Forte fisicamente, ma anche veloce e agile, Amadou ha tutte le qualità per diventare un attaccante completo e decisivo. Sempre pronto ad aiutare i compagni, vince molti contrasti e recupera diversi palloni anche in fase difensiva. Come alla Liventina, anche all’Inter quel che rende speciale Sarr è il suo atteggiamento e la sua mentalità. Gol a parte, Amadou lavora sempre per la squadra e mette il bene del gruppo al primo posto. Qualità che lo rendono forse un attaccante un po’ atipico, ma sicuramente speciale.
Del suo rendimento e delle sue qualità si è accorto anche Simone Inzaghi, che in questa stagione lo ha già convocato più volte in Serie A e in Champions. L’esordio in prima squadra potrebbe quindi arrivare presto, ma Amadou al momento non ci pensa. La sua testa è solo al campo, sa che deve ancora lavorare tanto e crescere. Il suo obiettivo, per ora, è solo migliorare, l’esordio – prima o poi – arriverà. Anche in questo Amadou Sarr è unico.