La luce in fondo al tunnel, l'arcobaleno dopo la tempesta. Oppure, perché no, il pallone in fondo alla rete: in fin dei conti, per Santi Cazorla, sarà stata più o meno la stessa cosa. Se si dovesse usare una metafora per descrivere la serata che ha vissuto ieri il centrocampista spagnolo del Villareal, difficilmente ci si potrebbe rifare a una di quelle conosciute da tutti e diventate parte della nostra quotidianità.
Una doppietta al Real Madrid per spingere i suoi lontano dalla zona-retrocessione, i primi gol in campionato dopo quasi due anni e mezzo: l'ultimo, con l'Arsenal in Premier League, risaliva al 10 settembre 2016. Quanto alle doppiette, invece, non ne faceva una dal 13 dicembre 2014: sono passati più di 4 anni. Undici interventi più tardi e con il rischio di vedersi amputare una gamba ormai alle spalle, solo Santi può conoscere davvero il valore dei gol segnati ieri. Simbolo di una rinascita a 34 anni, fine di un incubo durato troppo tempo.
Nelle ultime due stagioni, Cazorla le ha viste veramente di tutti i colori. "Non riuscivo a correre, pensavo di smettere. Mi guardo allo specchio e mi sembro un puzzle: ho una pezzo di pelle tatuata sulla gamba, me l'hanno asportata dal braccio sino a lì per costruirmi un nuovo tendine", ha raccontato Santi lo scorso settembre ai microfoni del Daily Mail.
In estate, poi, l'inizio della rinascita. Il nuovo contratto con il Villareal, il ritorno in campo e il primo gol in Europa League, il 4 ottobre contro lo Spartak Mosca. Ieri, la prima doppietta dopo ben quattro anni, contro il Real Madrid e davanti a quei nuovi tifosi che gli hanno dato la forza di ripartire. E se in estate Cazorla ha giurato eterna gratitudine al Villareal per l'opportunità concessagli, chissà che, di questo passo, a fine stagione non sarà il Villareal a dover dire grazie a lui: con la doppietta di ieri, Santi ha portato il Sottomarino Giallo al quartultimo posto in classifica, ad appena tre punti dal Leganes in piena zona salvezza.
Prima è tornato in campo, ora è tornato ad essere decisivo. "Se vuoi, puoi" era il motto da ripetersi ogni mattina, lavoro e dedizione alla fine l'hanno ripagato. Il giovedì sera di Santi Cazorla è stato diverso da tutti gli altri. Bello, come qualcosa che si desidera con tutte le proprie forze. Bello, come un pallone in fondo alla rete.