Alla vigilia della sfida di campionato contro una delle squadre più importanti della sua carriera da calciatore, Dejan Stankovic, oggi allenatore della Sampdoria, ha rilasciato un'intervista all'edizione de La Gazzetta dello Sport, parlando dei suoi mesi (in una situazione molto difficile) in blucerchiato e del suo passato all'Inter.
"Pentito di essere alla Sampdoria? Sono fiero di essere qui. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Sarei venuto alla Sampdoria anche se fosse stata in una situazione peggiore: il marinaio non si vede con mare piatto ma in tempesta. Lottare ti fortifica, e ogni giorno sono sempre più fiero dei miei ragazzi", ha detto Stankovic a La Gazzetta dello Sport.
Sampdoria, Stankovic: "Talvola mi chiedo cosa mi avrebbe risposto Sinisa Mihajlovic"
Su questi primi mesi molto complicati, anche a livello personale per la perdita di un grande amico come Mihajlovic: "Talvolta mi faccio le domande e immagino le risposte che mi avrebbe dato Sinisa, con i venticinque anni di fratellanza ed amicizia che ci univano. Sinisa era un uomo vero, senza virgole. Si andava dritti al punto. Ho raccontato a Sakic un aneddoto: prima della gara con il Sassuolo dovevo inquadrare bene la squadra. Nenad mi dice: "Hai deciso?". Io mi sono posto le domande pensando a cosa mi avrebbe risposto Sinisa. "Non rompere, metti i giocatori nelle posizioni giuste e stop".
E ancora Stankovic, citando anche Vialli: "Lei immagini se non fossi venuto alla Samp. Per nessuna ragione al mondo mi sarei perso questo straordinario percorso umano e di sport. Qui ho conosciuto persone spettacolari, e comunque non mi pento delle mie decisioni, giuste e sbagliate. Anche nelle sconfitte, se non impari hai perso due volte, come diceva Vialli".
L'INTERVISTA COMPLETA E' DISPONIBILE SULL'EDIZIONE ODIERNA DE LA GAZZETTA DELLO SPORT