Salernitana, Iervolino: “L’anno prossimo faremo una rivoluzione”
Le considerazioni del presidente granata sugli ultimi allenatori e su Walter Sabatini
Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha parlato dello stato del calcio italiano e anche della stagione dei granata, sempre più indirizzati verso la retrocessione in Serie B.
Iervolino preannuncia una rivoluzione: “Mi sto guardando attorno, voglio riflettere bene. Posso assicurare che ci sarà una rivoluzione. La categoria è differente e farò scelte in funzione di un progetto sano“.
Salernitana, le parole di Iervolino al Corriere della Sera
A questo punto il presidente granata ripercorre in una rapida rassegna gli ultimi allenatori della Salernitana e le motivazioni che hanno portato alla separazione con ognuno di loro: “A Nicola ho fatto un grande torto, inutile girarci attorno, è il mio cruccio. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante, ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato. Inzaghi è un rimpianto, grande persona. Il calcio ha bisogno di figure come lui: potevo riprenderlo ma avrei fatto un altro errore. Liverani lo ha voluto Sabatini, ma non si sono innescati i meccanismi. Colantuono ama Salerno, è con noi da tempo“.
Dunque una considerazione su Walter Sabatini: “Uomo di esperienza riconosciuta ma il suo stato di salute non gli ha consentito di essere presente, e quindi non ha portato quello che mi auguravo, quando è arrivato eravamo a 3 punti dalla zona salvezza“.
Infine Iervolino fa un’analisi più approfondita su quello che servirà nella prossima stagione per ripartire: “Sceglierò uomini di mondo e meno di calcio che sono troppo autoreferenziali. Invece io voglio i giovani, voglio sperimentare. Se mi piace un allenatore di Serie D che ritengo bravo lo porto. Basta con i nomi, non sono questi che danno credibilità al progetto. Non sono entrato nel calcio per avere visibilità, non ne avevo bisogno“.