Passato alla storia come il fax più famoso di sempre, il 18 marzo 1995 Michael Jordan annunciava il suo ritorno in NBA con tre semplici parole: "I'm back." ("Sono tornato"). Allo stesso modo, ce lo siamo immaginati così il ritorno di Walter Sabatini alla Salernitana. Una salvezza miracolosa seguita da un addio burrascoso. Ora, il compito e la speranza di ricreare un'altra impresa in un ambiente che sa di poter credere fino all'ultimo minuto per ribaltare le sorti di un campionato che ha il sapore di un déjà-vu.
L'arrivo a Salerno e un miracolo chiamato "salvezza"
Tutto in cinque mesi. Gennaio è cambiamento e trasformazione in corso d'opera: a Salerno si respira aria di rassegnazione. C'è bisogno di una scossa o meglio, di una rivoluzione. Detto fatto, Walter Sabatini è il nuovo direttore sportivo. Il ds pima interviene sul mercato acquistando ben sette giocatori, poi sceglie Davide Nicola come traghettatore del club al posto di Stefano Colantuono. All'inizio del mese di aprile, la Salernitana è ultima e la zona salvezza dista nove lunghezze. A fine maggio il club campano è salvo. I sette risultati utili consecutivi e gli acquisti mirati hanno trasformato l'utopia in una clamorosa realtà. Tra i protagonisti, l'uomo mercato: Walter Sabatini si prende la scena ricreando da zero una squadra bloccata nelle sabbie mobili. Istantanee che rimarranno per sempre impresse nella mente dei presenti all'Arechi.
L'addio a suon di botta e risposta
Come un fulmine a ciel sereno. Nel giugno del 2022 la Salernitana e Walter Sabatini interrompono il rapporto professionale. Un addio inaspettato soprattutto al termine di una stagione ai limiti della fantascienza. Un girone di ritorno diventato storia. Un addio viziato da un cortocircuito avuto con il presidente Danilo Iervolino per una differenza di vedute riguardo al calciatore Mamadou Coulibaly. "È tutto figlio di un equivoco. Nel caso di Coulibaly, rifarei cento volte tutto. Ho solo cercato di difendere un patrimonio della Salernitana, messo a repentaglio da una clausola secondo cui il ragazzo poteva liberarsi a 20mila euro in B e a 1,7 milioni in A. Il presidente mi ha dato mandato di risolvere la questione perché non voleva assolutamente perdere il giocatore, e io mi sono limitato a trasferirgli le richieste degli agenti. Stava a lui decidere se accettarle o se perdere Coulibaly. Guardo avanti, guardo in alto. Merito certi palcoscenici, la Champions per intenderci. Ci sono alcuni segnali, e so che succederà qualcosa".
La risposta del presidente non si è fatta attendere: "Sabatini crede di prendere tutti per stupidi, ma di equivoco c’è solo lui. Pensa di essere il più intelligente, ma è stato bugiardo. Lui voleva pagare questa commissione, abbiamo litigato. Se un giocatore riceve una buona offerta da un altro club è libero di andare. Sabatini invece mi ha detto che con certe logiche convive da tempo e che vista la mia posizione in merito riteneva di non essere l'uomo giusto per la Salernitana. Adesso leggo che si sente da Champions League, vedremo dove andrà: non sa nemmeno far funzionare un computer o mandare una mail".
A volte ritornano
"Ho ricevuto tanto amore e tanta stima. L’emozione più grande l’ho provata in quei sei mesi. Una città educata, generosa che amo profondamente”. Parole sincere e genuine di un uomo - prima ancora che dirigente - che ha dato tutto sé stesso per compiere un'impresa conquistata sul campo e dagli spalti. Spinto da un popolo che ha riconosciuto la professonalità e le intenzioni di Walter Sabatini, dandogli fiducia e supporto incondizionato dal primo giorno. Un rapporto che ora è destinato a continuare per sognare, ancora una volta, l'impensabile. Consci del fatto che, mai come quest'anno, la risalita sarà ancora più dura e in pendenza. Sabatini, però, ha deciso di rimettersi in gioco per amore della "sua" gente.
Siamo stati tutti testimoni di una delle pagine sportive più incredibili degli ultimi anni del nostro campionato. Ora, è tempo di rispolverare quel libro dei ricordi e aprire un nuovo capitolo. Con lo stesso protagonista ma con un finale ancora tutto da scrivere, con l'auspicio che sia lieto come l'ultimo vissuto conquistato di partita in partita.