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#Russia2018 – Tribune insolite, il valore della storia: Ekaterinburg, ai confini del Mondiale

Primo assioma: Ekaterinburg = storia. Così, di getto, per far capire subito di che si tratta. In questa città trovi tante cose. Ekaterinburg = pensieri, poi. Riflessioni. Perché in questa città venne fucilata l’intera famiglia degli Zar. Prima c’era una casa, ora c’è una cattedrale con una croce a mo’ di mausoleo. E cent’anni dopo c’è chi accende ancora un cero ad Anastasia. Che per alcuni, solo alcuni, è davvero scampata all’omicidio.



Ekaterinburg = memoria: uno spiazzo vicino l’autostrada ci dice che 25mila persone non ci sono più, uccise nel Gulag 80 anni fa. Generazione spezzata coi fiori ancora freschi. Qualcuno viene ancora, altri ricordano. Qui, a 1700km da Mosca, l’Europa abbraccia l’Asia e le da la mano, il confine come simbolo di “unione”. E a ottobre c’è la neve. Già tinge di bianco le foreste siberiane. A giugno, invece, ci saranno i Mondiali. Proprio qui, a Ekaterinburg, un tempo Sverdlovsk, la città più a Est della competizione, chiusa agli stranieri per 30 anni a causa di “segreti militari”. Guerra fredda calling.




Transiberiana by night e via ai Mondiali, roba che se di notte guardi in alto vedi le stelle. E in città, invece, se abbassi la testa vedi una linea rossa che costeggia tutto l’Iset: si tratta di un percorso pedonale che attraversa i luoghi più importanti. Musei, palazzi, statue. E noi aggiungiamo lo stadio: l’Ekaterinburg Arena è ancora in costruzione, i lavori finiranno a dicembre. Noi di Gianlucadimarzio.com siamo stati all’interno per vederne il design. Particolare, studiato, forse un po’ strano a vederlo da fuori. Ma efficace: la Fifa ha chiesto almeno 35mila spettatori, i russi hanno risposto così: “Manteniamo l’assetto originale, ma aumentiamo la capacità”. Ergo, sono state costruite due tribune fuori dal perimetro circolare dell’impianto. Un tocco di modernità in un tripudio di socialismo ancora visibile, come le statue degli sportivi sui cancelli. Vi portiamo dentro gli stadi del Mondiale, prima puntata.

EKATERINBURG ARENA

Seggiolini arancioni made in Ural FC. Quando finiranno i Mondiali, infatti, la squadra di casa continuerà a giocare nel proprio stadio (ampiamente rinnovato). Qualche chicca: Roman Pavljucenko ha giocato un anno qui, mentre l’estate scorsa è arrivato Giorgi Chanturia, il “Messi georgiano” con un passato nel Verona (0 presenze). Meteore. Tradizione calcistica da rivedere, i tifosi sono molti ma l’Ural non ha mai avuto una grande storia (l’anno scorso ha raggiunto la finale di Coppa di Russia perdendo contro la Lokomotiv). Zero trofei. E adesso l’occasione chiamata “stadio”. Il “Centralospiterà 4 gare della fase a gironi (gruppi A-C-H-F) ed è stato ristrutturato per i Mondiali. Modello classico, circolare, proprio come il vecchio impianto costruito nel ’53. E infatti si vede: le colonne di cemento ci sono ancora, al pari di stelle rosse onnipresenti e del simbolo più limpido del comunismo: falce&martello. Visibili ovunque, dai cancelli all’ingresso principale. Sinonimo di come il passato – nel bene o nel male – resti sempre vivo. La statua di Lenin docet, ben visibili nell’omonima via che taglia in due tutta la città. Ah, lì c’è la stazione metro più vicina allo stadio – Ploshchad 1905 – a circa 20′ di distanza. Da lì, si possono prendere un paio di autobus lungo la “Lenin avenue” e raggiungere l’Arena.

Capitolo tribune: parte dello stadio è stata “smontata”. Sono state costruite un paio di tribune aggiuntive per soddisfare le richieste della FIFA, appena sopra le curve originali. Qualcuno parla di “stranezza”. Esteticamente, va detto, non è “regolare” come tutti gli altri stadi, ma il tutto è stato costruito in assoluta sicurezza, con il consenso della FIFA. “Approved”. Anche il tetto – creato per l’occasione – non ostacolerà la vista degli spettatori. Una volta rimosse le tribune, infine, l’Ekaterinburg Arena verrà “chiusa” diventando circolare. Modello usa e getta, da zvidania alla “stranezza”. Inoltre, lo stadio prevede più spazio tra i seggiolini e il parapetto per facilitare ai disabili la visibilità della gara, mentre vicino l’Arena verrà inaugurato un hotel, senza contare i 600 milioni di rubli investiti per la costruzione di parcheggi sotterranei. Più un ristorante, un centro benessere e dei salottini privati “stile casa” dove poter vedere le partite in estrema comodità. Tv, poltrona e relax. Confort alle stelle. Come quelle che vedi sulla Transiberiana, alzando gli occhi di notte, arrivando qui. Ai confini d’Europa e all’inizio dell’Asia. Perché ad Ekaterinburg trovi davvero tante cose. Tranne Anastasia.