Dopo il suo gol all'Independiente del Valle, a Tierralta, provincia di Cordoba, Colombia, è caduta una leggera pioggerellina che ha mandato in tilt il sistema di illuminazione di quel pueblo. Ha spento la luce del suo paesino.
Lui che in quel paesino, rifugio di frange politiche estremiste e di paramilitari, è cresciuto con scarse risorse economiche, sperando che el fútbol lo salvasse, che non gli facesse prendere cattive strade, che gli permettesse di scappare daquella casa che al minimo scroscio di pioggia si inondava d'acqua, e dal duro lavoro minorile che era costretto a svolgere per dare una mano alla famiglia. A dargli forza in quei momenti erano le empanadas di Nicolasa, la mamma, che le vendeva per strada e le dava da mangiare al figlio. Il mais era la sua unica risorsa di sostentamento.
Solo Pelé con il Santos nel 1963 e Usuriaga proprio con l'Atlético Nacional nel 1989 avevano segnato 4 gol nelle semifinali. Borja come Pelé. 27 gol in 28 partite stagionali. A volte, solo a volte, nella vita i sogni si avverano... E la luce di un intera città si spegne per far brillare di più il suo figlio più illustre. Miguel Ángel Borja. Ex Livorno, autore del gol decisivo in finale e Campione del SudAmerica con l'Atlético Nacional, vincitore della seconda Copa Libertadores della sua storia.
Rosario Triolo
@triolor