L’emergenza sanitaria prosegue, così come le iniziative benefiche dei club. Ma oltre al prossimo, le società calcistiche devono anche pensare a salvare il proprio personale. Così come la Roma, dove i giocatori hanno rinunciato a 4 mensilità per aiutare chi lavora dietro le quinte. Di questo e di altro ha parlato Davide Santon, ai microfoni di Sky Sports News: “Sentivamo di poter dare una mano. Tante persone nel mondo del calcio, e in generale, non hanno lo stesso stipendio che abbiamo noi, quindi penso sia stato bello poter aiutare gli altri. Ecco perché abbiamo deciso di farlo”.
“PAGHIAMO SOLDI EXTRA PER AIUTARE CHI LAVORA PER LA ROMA”
“Quattro mesi sono tanti, ma teniamo alla nostra squadra e alle persone che lavorano per noi. Sappiamo che il calcio non è solo calciatori e allenatori, ci sono molte persone che lavorano intorno a questo sport” ha proseguito il difensore giallorosso. “Paghiamo anche soldi extra per aiutare tutte le persone che lavorano per la Roma. Sappiamo che hanno bisogno di soldi per la loro famiglia, per poter comprare cibo e via dicendo. È stato bello vedere quanto sia stato importante per loro il nostro gesto”.
“ALLENAMENTI AL PARCO E NON AL CAMPO: IRRAGIONEVOLE”
Santon ha poi parlato della possibile ripresa degli allenamenti, ipotizzata per il 18 maggio per gli sport di squadra: “La salute è la cosa più importante. Se ci saranno le condizioni giuste per allenarci, penso sia giusto farlo. Non credo sia ragionevole che le persone possano uscire e correre nel parco liberamente, mentre noi non possiamo tornare ad allenarci nel nostro centro sportivo. Non penso sia giusto, soprattutto perché avremmo dei controlli”.
“IMPORTANTE CHE LA STAGIONE FINISCA. QUI MI SENTO A CASA”
“Penso sia importante che la stagione finisca, altrimenti sarà un problema ancor più grande di quello che già abbiamo. È importante non solo per noi, ma per tutti coloro che vivono intorno al calcio. Spero solo che tutto torni alla normalità e che saremo in grado di finire campionato, Europa League e Champions League” ha proseguito il difensore, chiudendo sulla sua avventura a Roma: “Sono qui da due anni, mi sento a casa. Ho la sensazione di far parte del club e di tutta la città. Stiamo tutti lavorando insieme, cercando di rispettare le regole e di aiutarci a vicenda. Anche in questa difficile situazione noto che le persone si preoccupano l'una per l'altra. Questo è ciò che conta davvero per me”.