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Roma, Mourinho: “Il rigore? Pellegrini non aveva bisogno di altra pressione. Ottimista su Dybala”

Le parole dell’allenatore giallorosso dopo la vittoria con l’Udinese

La stanchezza per la Roma non è stata un problema. I giallorossi hanno battuto l’Udinese  3-0 e hanno consolidato il terzo posto in classifica: “Abbiamo cambiato diversi giocatori. Solo tre o quattro giocatori hanno fatto 90 minuti giovedì, abbiamo rischiato ma abbiamo avuto un’ottima risposta come squadra”, ha commentato a Dazn Mourinho al termine della gara.

 

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Ha spiegato il portoghese: “Il risultato può far pensare una partita facile ma non è stato così, almeno fino al 3-0. In alcuni frangenti abbiamo sentito stanchezza. Dopo il terzo gol finisce la partita, ma il 3-0 non è il risultato che ho sentito in panchina”.

 

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Sul blocco di giocatori italiani visti in campo: “È questa la conseguenza della nostra natura e realtà economica. È anche un modo della società di avere un ottimo rapporto con il calcio giovanile. Bove, ad esempio, oggi è stato fantastico ma allo stesso tempo ha fatto un errore che avrebbe potuto cambiare l’inerzia della partita. Ha grande personalità, sono contento di questo ragazzo italiano e romano”.

 

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Sull’abbraccio con Pellegrini: “Serviva vincere e serviva giocare con fiducia senza avere nessun tipo di pressione per il rigore sbagliato e alcune prestazioni non fantastiche. La mia decisione di non fargli tirare il rigore era solo perché pensavo che non avesse bisogno di una pressione extra. Infatti, gli ho detto: se c’è un rigore sul 2-0 è tuo, altrimenti no. Proprio perché non volevo mettergli pressione”.

Infine, sulla possibilità di vedere Dybala in campo giovedì: “Forse ci sarà. Sono più positivo che negativo”.

Mourinho in conferenza stampa

“Mi aspettavo intensità e organizzazione e ho visto tutto questo. Il 3-0 non riflette la difficoltà della partita perché se prendiamo gol su rigore a 20′ dalla fine parliamo di una partita diversa che sarebbe finita 2-1 con meno intensità e pressione. Comunque sono molto contento con i ragazzi.

 

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Dybala? E’ un dubbio. Come Tammy. Ovviamente Paulo è un dubbio più grande ma anche Abraham lo è. Oggi ha giocato perché ne aveva bisogno. Penso che la squadra arriverà giovedì in ottima condizione. Ora siamo a +5 sul quinto posto? Guardiamo partia dopo partita. Ci sono squadre che possono guardare al futuro con più sicurezza, squadre con rose con più opzioni, che soffrono meno le difficoltà della stagione. Per noi invece c’è sempre un punto interrogativo, se c’è un infortunio, se subentra stanchezza. Turnover o non turnover. Non guardo tanto alla classifica e non penso a lungo termine. Giovedì è la prossima partita e vedremo.

Come fa la squadra ad adattarsi sempre all’avversario? Non sempre abbiamo vinto così; penso a Cremona ad esempio… Non siamo una squadra perfetta. Siamo una squadra che fa difficoltà ad esempio a conquistare tre vittorie di fila. Ma noi lavoriamo tanto e quando non possiamo farlo in campo lo facciamo in meeting, cerchiamo di analizzare gli avversari, proviamo ad aiutare i giocatori a capire gli avversari, a trovare il miglior modo di giocare. Ma è normale, facciamo il nostro lavoro al meglio.

Noi l’unica squadra impegnata in Europa che ha vinto in questo turno di campionato (aspettando la Fiorentina, ndr)? Penso che non sia un caso. Altre volte siamo stati noi a non vincere. E’ difficile, perché non è solo questione di stanchezza fisica ma anche mentale. E posso guardare anche a squadre con più soluzioni di noi e con giocatori più esperti. Quando giochi in competizioni europee, in una fase avanzata del torneo, contro una squadra del tuo campionato, dal punto di vista mentale è più difficile. Mi è successo qualche volta ed è più difficile da gestire a livello emozionale. E’ più dura contro un rivale del tuo campionato. Tutti noi siamo ai quarti di finale, abbiamo il sogno di fare una strada che porti alla finale. Dopo sono tante energie e a volte qualcuno non riesce a concentrarsi al 100% per due o tre partite di fila. E’ duro un calendario così, con una partita in mezzo alla settimana tra due di campionato. Ma io preferisco la difficoltà. Se giovedì perdiamo arrivo qui e magari dico ‘Meglio così, in questo modo ci concentriamo solo sul campionato’… Ma la verità è che quando sei ai quarti di finale senti che qualcosa può succedere. E Juve, Milan, Inter e Napoli sentono esattamente lo stesso. Mentre la Fiorentina penso che possa vincere la Conference League perché è nettamente più forte”.