José Mourinho ha rilasciato una lunga intervista per il programma Federico Buffa Talks di Sky Sport. L'allenatore della Roma ha riavvolto il nastro della sua carriera raccontando diversi anedotti sul suo viaggio nel mondo del calcio.
Mourinho in particolare ha ricordato i suoi inizi a Setubal: "Ero in difficoltà in quel periodo lì, avevo una laurea in Scienze Motorie. Dopo tre anni, ognuno di noi sceglieva il proprio futuro. In quegli anni, sono stato ovviamente nel calcio, nei campi di allenamento e lavoravo con bambini con Sindrome di Down. Non ero all’altezza della dimensione di quel lavoro lì, mi ha salvato il rapporto che ho creato con loro".
In molti non lo ricordano, ma è stato anche un calciatore: "Ero più bravo di quello che poteva pensare la gente, però sono arrivato tra Serie B e Serie C, in Serie C ero di altissimo livello. Ho scelto di allenare e ho fatto una scelta consapevole del fatto che come calciatore avevo fatto il massimo".
Mourinho è poi tornato sui suoi successi: "Sono sempre accusato di essere poco umile, devo dare ragione a chi lo dice. Ho fatto tante imprese, ma vincere la Champions League con il Porto è una super impresa. Quella con il Porto è un’impresa che mi ha aperto le porte del mondo. Non c’è un segreto per arrivare lì, devi essere te stesso ed essere empatico con la gente che lavora con me. Essere empatico significa essere critico, esigente, aperto, essere onesto. Il giocatore quando lavora con me capisce che sono onesto e dentro l’onestà esiste tutto questo, così il rapporto diventa ottimo e tu ottieni il massimo da ogni giocatore, penso che non sia un segreto".