Un abbraccio in campo e il piacere di riscoprire qualche emozione, ricordando tanti anni e tante esperienze vissute assieme. Sono cresciuti insieme nel Lecce di Zeman, poi sono diventati grandi, ritrovandosi, dall’estate 2006, nella Roma che li acquistò dal club di Semeraro.
Marco Cassetti e Mirko Vucinic, amici per la pelle… giallorossa, sprigionano la loro gioia per un pomeriggio da godersi, finalmente, di nuovo sul campo. Merito del loro ex compagno Max Tonetto, che ha deciso di dare una mano agli admin della pagina Facebook “Serie A Operazione Nostalgia”, nell’organizzazione del terzo raduno di vecchie glorie del nostro massimo campionato. A Nardò, 25 chilometri da Lecce, tra risate e gol - splendido quello segnato nell’amichevole da Mirko, con un pallonetto a scavalcare il portiere Gegè Rossi -, il calcio è sempre al centro della loro vita. Lo scorso 29 maggio, Cassetti ha compiuto 40 anni e, passata una stagione dopo il suo ritiro dal calcio giocato (nel giugno 2016 è scaduto il suo contratto con il Como, ndr), prova a disegnare il suo futuro: “Voglio fare l’allenatore - dice l’ex difensore ai microfoni di gianlucadimarzio.com -. Ho parlato con Panucci, ora faccio parte del suo staff tecnico. Appena troveremo una sistemazione, mi metterò al lavoro”.
Mirko, più giovane di sei anni, ha invece ancora un po’ di tempo da spendere sul campo da gioco. La sua strada si è separata da quella di Cassetti nel 2011, quando il montenegrino scelse di accasarsi alla Juventus di Conte, laureandosi tre volte campione d’Italia. E dopo la felice avventura in maglia bianconera, Vucinic si è trasferito nell’estate 2014 all’Al-Jazira. Continua a seguire con affetto i suoi grandi amori: sogna, l’ha detto più volte, di chiudere la carriera nel Lecce, e… rinnova la sfida infinita tra Roma e Juventus. “Buffon e compagni hanno fatto tanto bene in Serie A negli ultimi anni. La Roma, però, nel prossimo campionato potrà giocarsi meglio le sue carte: sarà una bella sfida.” Cassetti, invece, punta ancora sui bianconeri: “Ciclo finito? Assolutamente no! - commenta l’esterno -. Proprio non riesco a pensare ad una Juve che non vince, è sempre la squadra da battere in Italia".
Mirko e Marco, per anni insieme sul rettangolo verde. Lì davanti Vucinic, come un avvoltoio rapace in attesa in area dei cross e dei tagli dettati da Cassetti, inesauribile nel macinare chilometri sulla fascia. Dopo 6 anni passati nella Capitale, l’esterno, ormai romano adottivo, si è trasferito al Watford. Il vuoto lasciato a Trigoria da Marco sulla corsia destra è stato colmato da quel ragazzino, romano e romanista, che Cassetti ha visto crescere: Alessandro Florenzi, anche lui nato ala e poi, come Cassetti con Zeman, reinventato per esigenze tattiche sulla linea difensiva. Marco parla del suo… omologo: “Alessandro ha tanta qualità, bisogna però vedere come rientrerà da questo brutto infortunio - commenta l’ex numero 77 giallorosso -. E poi, può essere che Di Francesco chieda di agire sul mercato in quella posizione. Certo, anche io ho seguito la sua stessa evoluzione a livello tattico”. Tra l'altro, Florenzi è uno dei candidati per indossare, un giorno, la fascia da capitano della squadra giallorossa, magari ereditandola da De Rossi, ormai tanto poco "Capitan Futuro" dopo il ritiro di Totti. Già, Totti. Quanto la Roma avrà bisogno di Francesco nella nuova veste da dirigente? "Tanto, perché Totti è un esempio nello spogliatoio e potrebbe diventarlo anche per chi arriva in quel gruppo - spiega il terzino -. L'importante, adesso, è che lui trovi un ruolo che lo soddisfi e lo renda felice". Dalla Roma, con passaggio all’Udinese, sbarcò alla Premier: Cassetti ha voluto provare un’esperienza all’estero, facendo tappa al Watford, club londinese di proprietà dei Pozzo. “La loro scelta di puntare sulla Premier, investendo più in Inghilterra che sull’Udinese, è assolutamente legittima. Il campionato inglese è di gran lunga più avvincente e dal punto di vista finanziario è molto più importante rispetto a quello italiano. É brutto doverlo dire, ma sono i dati di fatto che pongono la Premier un gradino più in alto della Serie A”, ammette Cassetti.
Inghilterra per lui, Emirati Arabi per Vucinic che, nelle ultime tre stagioni, ha vestito la maglia dell'Al-Jazira. Tre anni fa, la Cina non andava ancora di moda: Arabia ed MLS sembravano il paradiso per chi cercava soprattutto la fortuna economica. Questione di gusti. Valerj Bojinov, per esempio, ha dichiarato che, se potesse tornare indietro nel tempo, non rifarebbe la scelta di andare a giocare in Cina, pur potendo godere un notevole ingaggio. "Puoi spiegare diagonali e sovrapposizioni ai tuoi compagni quante volte vuoi. Loro si impegnano, ma proprio non ci riescono…", aveva dichiarato il bulgaro. Mirko non ha esitato a rispondere all'ex compagno nel Lecce, partendo da una riflessione sul livello del campionato negli Emirati Arabi. "Sì, anche lì c'è poca tattica ma, per quanto riguarda il resto, sono già a buon punto", sottolinea Vucinic. E poi punge simpaticamente Bojinov: "Valeri, ma proprio tu parli? Ci abbiamo messo dieci anni per spiegare a te tutte quelle cose…". Una battuta, per chiudere col sorriso un pomeriggio indimenticabile anche per grandi protagonisti come loro. Il tempo passa, inesorabile, ma all’improvviso torna, splendido come una volta. Tutto merito della… nostalgia.