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Data: 04/12/2020 -

Alle origini di Calafiori, dalla Petriana alla Roma: "E' il nostro orgoglio"

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Riccardo Calafiori, romano e romanista, non poteva desiderare una prima volta più bella: esordio nello stadio della tua città e primo gol con quella maglia che sogni da bambino.

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Un gol, una partita e una serata interamente dedicata alla sua famiglia che lo ha sempre supportato, sopratutto nei momenti difficili.

“Sono molto uniti - ci racconta a Gianlucadimarzio.com Simona Nardi che oggi dirige la Petriana, società in cui Calafiori è cresciuto - i genitori Alberto e Barbara sono sempre stati molto dediti al figlio senza fargli mancare nulla, anche a costo di tanti sacrifici”.

calafiori bambino verticale gdm 2

A partite dalla distanza, perché quando arriva la chiamata da parte della Roma, bisogna organizzare il viaggio ogni giorno dall’Aurelio a Trigoria. “Sono 40 km, non uno scherzo. Eppure non gli hanno mai fatto pesare quei lunghi viaggi in auto.”

Nella giornata più bella Riccardo non può che dedicare un pensiero anche a De Rossi, l’idolo di sempre. Daniele gli è stato vicino dopo gli infortuni, trasmettendogli la voglia di rialzarsi più forte di prima. Tornare in campo con la stessa grinta e voglia di arrivare dopo un infortunio così grave non è cosa da tutti.

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"È sempre stato un ragazzo molto determinato - prosegue la Nardi - fin da piccolo si vedeva che aveva una fame superiore agli altri ragazzi, abbinata ad un talento fuori dal comune. Ha sempre avuto molto carattere ma allo stesso senza mai perdere la sua innata semplicità”. A quei tempi Riccardo era compagno di squadra del figlio di Simona Nardi. “È sempre stato molto legato ai suoi ex compagni e al suo primo allenatore Castagnino, putroppo venuto a mancare  pochi mesi fa. Il giorno dei funerali tutta la famiglia di Riccardo era presente". 

Dal passato al presente. In mezzo la chiamata da parte della Roma nel 2010 dopo averlo notato nella vittoria del torneo Galeazzi da assoluto protagonista. “Continua ad essere il nostro orgoglio e sono sicura che farebbe carte false pur di non lasciare la Roma. È il suo sogno da sempre”. E se quello contro lo Young Boys è stato il bigliettino da visita, le notti magiche sono appena iniziate.

A cura di Lorenzo Cascini



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