Capello biondo, spalle larghe e 186 cm d’altezza. Difficile passare inosservato con queste caratteristiche. Ma l’Italia lo ha pre-convocato per altre qualità: Mateo Retegui è cresciuto a calcio e hockey sul prato, ed è stato il capocannoniere del 2022 in Argentina: 23 gol per il 22enne attaccante in prestito al Tigre dal Boca Juniors, di cui 6 segnati nelle prime 6 giornate della Liga Profesional 2023. Reti che hanno contribuito a riportare il Matador di Vitoria a giocare la Copa Sudamericana dopo 9 anni.
Hockey passione di famiglia e la trattativa sulla spiaggia
Nato a San Fernando, una piccola cittadina in provincia di Buenos Aires, con quel cognome, Mateo aveva un destino segnato. Suo padre è Carlos Jose, detto El Chapa, ovvero l’ex ct della nazionale che ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Rio 2016 e il mondiale 2010 con la nazionale femminile di hockey sul prato. In quella squadra non era presente María Grandoli, la mamma di Mateo che nel 1993 aveva vinto il mondiale giovanile a Terrasa. Non solo i genitori però, anche sua sorella Micaela ha vinto l’argento olimpico alle Olimpiadi estive 2020. Quindi l’infanzia del Chapita si alternava tra allenamenti col bastone e la palla di plastica, e altri con il pallone di cuoio, ma l’obiettivo era lo stesso: segnare.
All’età di 9 anni, Retegui è entrato nel settore giovanile del River Plate, la squadra per cui tifa suo padre. Nelle giovanili dei Millonarios, il classe 1999 giocava da centrocampista e con il passare del tempo ha trovato sempre meno spazio vista la concorrenza di un fresco campione del mondo come Exequiel Palacios.
Nel 2014 finì per lasciare il calcio e il River Plate. Ma il suo talento non era passato inosservato. Diego Mazzilli, osservatore del Boca Juniors aveva scritto il suo nome sul taccuino dopo averlo visto per la prima volta a dicembre 2010 a Cordoba, in un torneo a cui il Boca partecipava. In quell’occasione Mateo segnò in un match finito 1-1 tra River e gli xeneizes. Il destino ha poi fatto il resto. Estate 2016, spiaggia di Pinamar. Al padre di Retegui scappa il cane da sotto l’ombrellone e va da Mazzilli. El Chapa si scusa per l’inconveniente, mentre lo scout del Boca lo riconosce e gli chiede come stesse suo figlio, con la reazione sorpresa del padre, ignaro di chi avesse di fronte. Una chiacchierata e l’invito a una settimana di prova a La Candela. Nonostante due anni di stop, Retegui entra nel settore giovanile del Boca. Lo fa da svincolato, visto che dopo due anni senza giocare si annulla il vincolo che aveva firmato col River Plate. E oggi potrebbe rappresentare uno dei più grandi rimpianti per Los Millonarios.
Totti e la nazionale argentina
Dal Monumental alla Bombonera a parametro zero, da centrocampista ad attaccante, grazie all’intuizione dell’allenatore Saturno. Ma i primi mesi con la maglia azul y oro non furono semplici. Anzi, dopo il primo mese in cui non era stato convocato alle partite era pronto a smettere e dedicarsi all’hockey, che non aveva abbandonato e infatti si presentava spesso agli allenamenti con acciacchi vari. Una chiacchierata con Mazzilli e decide di continuare. In meno di un anno Guillermo Barros Schelotto lo ha chiamato per allenarsi in Prima Squadra e il 14 novembre 2018 lo ha fatto esordire in Primera al posto di Tévez nel finale di un match contro il Patronato. Nel frattempo era stato convocato anche dalla nazionale giovanile argentina per i Giochi Panamericani e il Mondiale di hockey sul prato. Non ci andò, ma nel 2018 ha giocato con la Seleccion Sub20 ai giochi Odesur di Cochabamba, che resta sin qui la sua unica esperienza con la maglia albiceleste.
Chiuso da Benedetto e Tévez al Boca, Retegui è andato in prestito all'Estudiantes dopo aver firmato il primo contratto con gli xeneizes. 5 gol in 29 presenze con il Pincha del presidente Veron, di cui uno segnato pesantissimo nel Clásico contro il Gimnasia allenato da Maradona. Al suo talento si interessò a lui anche Francesco Totti, che lo convinse ad entrare nella sua CT10 Management, salvo poi cambiare agente negli scorsi mesi.
Dall’Estudiantes al Talleres. Retegui tra il 2020 e il 2021 ha segnato 7 gol in 61 presenze, che non sono bastati a convincere il Boca a puntare su di lui. Nel 2022 è arrivata la terza esperienza in prestito, stavolta più vicino a casa: al Tigre. 29 gol in 49 presenze nella squadra allenata dal gigoló Diego Martinez, ex allenatore delle giovanili xeneizes e con al fianco Facundo Colidio. In possesso del passaporto italiano, dal 2020 a oggi, nessuno ha segnato di più alle 5 grandi d’Argentina: un totale di 10 reti tra Boca, River, Racing, Independiente e San Lorenzo. Prestazioni che hanno stuzzicato l’interesse di Mancini, che adesso lo ha inserito nella lista dei convocati per i prossimi impegni vista la carenza nel reparto offensivo degli azzurri.