Il Reus Deportiu prosegue nel vivere il proprio incubo, che rischia di finire nel peggiore dei modi. Una stagione horror, la peggiore della storia del piccolo club di Segunda División spagnola, penultimo in classifica ma con la quasi certezza di non riuscire a completare il proprio campionato. Colpa di una situazione economica irreversibile che ha portato danni drammatici alla società: i mancati stipendi ai calciatori hanno dimezzato la rosa, con una situazione attuale di soli 12 tesserati che rappresentano il tetto minimo per poter partecipare al campionato.
Caos derivato da una scadenza non rispettata che ha portato al domino attuale: il 10 dicembre era stato posto come data limite per pagare gli stipendi ai calciatori, e coloro che non avessero ricevuto i pagamenti entro quel giorno potevano scegliere di andarsene. Così hanno fatto in tanti, fino ad arrivare a quanto sta accadendo in questi giorni. La gara dell'8 dicembre contro l'Alcorcón, inoltre, è stata teatro persino di una protesta in campo, con i calciatori abbracciatisi tutti quanti durante l'intero primo minuto di gioco mentre gli avversari si passavano il pallone in segno di rispetto.
Protesta che però si è rivelata fine a se stessa, nonostante l'inaspettata vittoria sul campo, dato che appena due giorni dopo nessuno ha ricevuto lo stipendio. Tutti via, o quasi, uno dopo l'altro. Sono stati promossi in prima squadra calciatori della squadra B e delle giovanili per far arrivare la rosa al minimo di 12 calciatori, ma già da martedì potrebbero non esserci più i presupposti per andare avanti dato: Olmo e Querol, infatti, hanno scelto di seguire chi ha già trovato un'altra sistemazione lasciando così il club con appena 10 tesserati. Ma nessuno di loro ha l'intenzione di proseguire in queste condizioni: questione di dignità, di rabbia, forza di volontà, tutti sentimenti che trovano appoggio nelle parole del presidente de La Liga Tebas. "I calciatori non sono scatole di scarpe, hanno un'anima e una dignità, non possono essere trattati così".
Oggi, però, il Giudice Disciplinare della Liga ha sospeso i diritti di affiliato del club catalano, obbligandolo comunque a proseguire il campionato: con le basi attuali, tuttavia, resta difficile immaginare che il Reus Deportiu possa continuare a lungo. O persino che riesca a giocare la partita del 6 gennaio contro il Málaga, prossimo appuntamento di un incubo sempre più vicino a diventare realtà.