Gli eroi della Reggiana: quando la B vuol dire rivincita
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Data: 23/07/2020 -

Gli eroi della Reggiana: quando la B vuol dire rivincita

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Gli occhi di Alvini dicono tutto. Brillano, perché ha riportato la Reggiana in Serie B dopo 21 anni e tante delusioni. Si commuovono, perché sa cosa ha dovuto affrontare prima. Nel 2018, mentre allena l'Albinoleffe, si sottopone ad una normalissima visita di controllo, che gli salva la vita. Improvvisamente infatti gli viene diagnosticata un'aritmia. Lo operano e lo ricoverano per 15 giorni all'ospedale di Bergamo, che quasi due anni dopo verrà messo in ginocchio dal coronavirus. Un medico che lo ha curato è finito intubato, mentre Massimiliano chiuso in casa leggeva libri di filosofia e cercava di migliorare il suo inglese.

Prima della pandemia faceva tutti i giorni  sempre la stessa strada, in cima alla quale c'era una cassetta con la bandiera della Reggiana: "Le vorrei vedere sventolare dalle terrazze", diceva. Beh, ci è riuscito. Lui che nella vita un altro miracolo lo aveva già fatto, portando in sei anni il Tuttocuoio dai dilettanti alla Lega Pro. Probabilmente, fra i tanti messaggi ricevuti, ci sarà anche quello dell'amico Sarri, che presto potrebbe diventare campione d'Italia con la Juve. Una rivincita, proprio come quella di Massimiliano, che agli inizi oltre ad allenare faceva il rappresentante di suole per calzature e che a Reggio Emilia ha portato un calcio coraggioso.

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E bello, perché: "la filosofia del bello è funzionale". È il motto del presidente Quintavalli. Uno che ama il pugilato e che ha visto via via messi alle corde praticamente tutti gli avversari dalla sua Reggiana. Ex paracadutista, gli piace volare. È lui che nell'estate del 2018 riunisce le realtà imprenditoriali locali, ripartendo dalla D dopo il fallimento. Per la B si era dato tre anni di tempo, ma ha bruciato le tappe. Dopo la partita con il Novara si era commosso: "È stata la metafora della vita", le sue parole.

Il "colpevole" di quelle lacrime è stato Alessandro Spanò, il capitano della Reggiana decisivo con un gol nella semifinale Playoff: "L'amico che ti risolve i problemi", dice di lui il presidente. È a Reggio Emilia dal 2014. Ha perso le semifinali con Bassano e Alessandria, ha vissuto il fallimento. Si è rotto un crociato e a novembre ha temuto il bis. Invece no, non si è operato e ha convissuto con il dolore. Troppo importante in difesa: "È la mia gioia più grande - ha festeggiato dopo la vittoria sul Bari - li amo questi ragazzi".

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Dietro di lui, in porta, c'è Giacomo Venturi. Un anno fa esatto subì un violentissimo colpo alla testa durante una partitella in allenamento. Privo di sensi fu trasportato in elisoccorso a Parma. Due microfratture al cranio, impossibile operarsi per non rischiare danni al cervello. Da lì un lungo stop, poi il rientro in campo a gennaio con il casco protettivo stile Cech. A fine giugno si è sposato con la compagna Giulia, a luglio è stato fondamentale nei Playoff con il rigore parato a Carlos Franca nei quarti contro il Potenza.

Una rivincita è anche quella di Fausto Rossi, padrone del centrocampo. Nel 2013 si scambiava la maglia con Thiago Alcantara dopo averlo affrontato in Nazionale. Nel 2014 segnava al Barcellona e giocava contro Messi, Ronaldo e Neymar. Da ragazzino vinceva tutto con la Juventus Primavera e lanciava in porta un giovane Immobile. Ha accettato la Reggiana soprattutto per Alvini e le sue idee. Fare un passo indietro (aveva appena esordito in Europa League con il Craiova di Mangia) per farne due avanti. Fin qui la scelta si è rivelata giusta.

Al suo fianco ecco Ivan Varone, suo l'assist per il gol che ha stroncato il Bari. Ha "vendicato" la sua Carrarese, con cui un anno fa si svegliava alle sette del mattino insieme ai compagni per allenarsi con Baldini. L'amico Caccavallo al San Nicola è stato espulso perché travolto dalla rabbia per il gol subito all'ultimo secondo, che lo ha portato a tirare qualche manata di troppo agli avversari. I due giocavano sempre a carte, avevano anche inventato un'esultanza tutta loro, quella dei polli dello scopone. Ivan alla fine la Serie B l'ha raggiunta. Magari un giorno lui e l'amico si ritroveranno in campo.

E poi c'è Kargbo, uomo copertina. Dalle strade della Sierra Leone al gol decisivo al Bari: "Sono innamorato di lui", ripete il direttore sportivo Tosi, il quale i playoff li aveva vinti già una volta nel 2009 con il Padova. Dal 2014 però la decisione di tornare in Eccellenza al Lentigione. Storie di vittorie, storie di rivincite. Come quella della Reggiana. La Serie B adesso è realtà.

A cura di Simone Golia

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