"Se la Roma chiama, devo dire di sì". Sono le parole di Claudio Ranieri alla presentazione del suo secondo mandato giallorosso, che tornano attuali. Con la sua squadra in difficoltà, l'uomo da Testaccio torna tra la sua gente, che da sempre lo ha amato e rispettato per quanto di grande fatto per il club giallorosso.
La sua storia con la Roma è un misto di emozioni, a volte anche forti, che hanno segnato per sempre la sua vita: la scelta di sedersi nuovamente su quella panchina porta con sé tutta la persona di cuore che è Claudio Ranieri.
Quando il "romanismo" è una cosa seria: i primi due mandati di Claudio Ranieri
La carriera di Claudio Ranieri parte proprio da giocatore della Roma, per poi diventare l'allenatore per la prima volta nel 2009. "Mazzone mi diceva che se non si allena la Roma non si è allenatori" ha dichiarato al Corriere della Sera. Ranieri, per non farsi mancare niente, ci è tornato per la terza volta: una scelta di cuore, per "salvare" la squadra che da sempre ha stregato il suo cuore, in una stagione molto complicata.
Quando è tornato per la seconda volta nel 2019, la conferenza stampa di presentazione è stata uno show: "Torno qui per la maglia, non per i soldi. Punto". Perché quando la Roma chiama, Claudio Ranieri risponde sempre presente. Lo ha fatto dopo le dimissioni di Luciano Spalletti, nel 2009, con l'attuale CT della Nazionale che aveva deciso di farsi da parte dopo 2 giornate.
Ranieri non ci pensa due volte, e inizia un percorso splendido, che terminerà al secondo posto dietro l'Inter vincitrice del Triplete. Lo ha fatto nuovamente nella stagione 2018-19, dopo l'esonero di Eusebio Di Francesco alla ventisettesima giornata. Con ormai niente da giocarsi in campionato, Ranieri torna per l'amore della gente, che glielo fa notare con un commovente striscione durante Roma-Parma.
L'allenatore giallorosso non riesce a trattenersi: l'inchino verso la curva e le lacrime che scendono sul suo viso. È il simbolo del cuore che Claudio Ranieri ha regalato alla Roma e ai suoi tifosi.
La standing ovation dell'Olimpico e il terzo sì
Ci è tornato da spettatore neutrale in quello stadio che lo ha accolto sempre calorosamente. In Roma-Leicester City la standing ovation è una formalità. Nel match tra le due squadre che, insieme al Cagliari, gli hanno rapito il cuore, tutto lo stadio si alza in piedi, dimenticandosi della partita che si stava giocando. Ranieri lo vede, e si prende il tributo della sua gente.
È sempre intervenuto in situazioni difficili, ma per lui è un dovere: "È sempre qualcosa di speciale, per noi romani, per noi tifosi romani. Sappiamo che è un momento difficile, però sono pronto a lottare". Mai come quest'anno la Roma ha bisogno di un condottiero, di un uomo che, prima di tutto, è un tifoso giallorosso.
Ancora, per quella che potrebbe essere l'ultima volta: Re Claudio Ranieri è pronto al suo terzo mandato in quella che è e sarà per sempre la sua casa.