Pioggia, vento e football. The day after Ranieri, la Black and White Army scorre in processione verso lo stadio. Pochi cori, entusiasmo contenuto (il momento è grigio davvero), eleganza molto british. Ma è tutto sold out per Fulham-Chelsea, 26^ giornata di Premier League.
Poteva essere un derby nel derby, contro i Blues di Sarri. Invece, l’eroe di Leicester, giovedì ha pagato per tutti. Troppo pochi i 12 punti in 16 gare di campionato, sui 17 totali della squadra. Che vede il baratro della Championship dopo un mercato estivo da Paperone incompiuto. Colpa di Claudio?
“È ai piani alti, che ci capiscono poco di calcio”. Fuori da Craven Cottage, la splendida ‘Fulham House’ tra le casette più in di Londra, i tifosi ci fanno subito capire cosa non va. “La società ha speso follie, pensando che per fare una squadra bastassero grandi nomi”. Schürrle, Seri, Anguissa. I volantini che distribuiscono nel prepartita parlano di ‘lousy decision-making’, retrocessione vicina e scelte pessime. Ma tra un j’accuse al presidente Khan e un amarcord dei bei tempi che furono (il 4-1 alla Juve), gli errori di 'Dilly-Dong Claudio', come lo chiamano da queste parti, si riducono allo scontro con capitan Cairney e Sessegnon (giovane promessa del club).
Avanti e indietro, da una curva all’altra, non troviamo nessuno pronto a sparare sull’ex allenatore. “Tutta la sfortuna che non ha avuto a Leicester, Ranieri l’ha trovata qui. Non vedo come Scott Parker o chiunque altro possa fare di meglio”.
E infatti il nuovo Fulham riparte da una sconfitta, con Higuain e Jorginho che lanciano il Chelsea. Quando nel finale Sessegnon trova la rete è solo per un attimo, la bandierina dell'assistente già alzata per offside. Gli ‘Yeee’ diventano ‘Oooh’, senza proteste né insulti: al Chancellor’s, uno degli storici pub bianconeri, domina la rassegnazione.
“Andremo giù, questo è sicuro. Speriamo di imparare dai nostri errori”. Tra una pinta e l’altra, si pensa già al futuro. Senza rancore. “È stato ingiusto chiedere a Ranieri di fare il suo tipo di calcio, rapido e veloce. Non abbiamo questo tipo di giocatori. E così si è finito per far peggio, ma non è colpa sua. Semplicemente non era l'allenatore giusto per il Fulham”.
Al posto sbagliato nel momento sbagliato, dunque. Sembrava impossibile, per King Claudio di Leicester. Ma in fin dei conti, se si dovessero ripetere, non li chiamerebbero miracoli.