La gara degli ottavi di finale di Europa League tra Rangers e Slavia Praga è stata tutt’altro che tranquilla. Dopo l’uno a uno nella partita di andata, gli scozzesi hanno visto sfumare la qualificazione nella gara casalinga conclusa in 9 uomini a causa di una doppia espulsione e terminata 2-0 a favore degli avversari.
Ma a rendere ancora più amaro il tutto, c’è anche un presunto caso di razzismo verso la squadra di Steven Gerrard. L’allenatore Rangers è rimasto “arrabbiato e sconvolto” dopo che il suo centrocampista Glen Kamara gli ha detto di aver ricevuto insulti razzisti da Ondrej Kudela, difensore dello Slavia, che si è rivolto al centrocampista di origini sierraleonesi coprendosi la bocca con una mano.
Kudela ha ammesso di aver insultato Kamara ma ha negato la “disgustosa accusa” di razzismo. Ma Gerrard non ci sta. “Il mio giocatore mi dice di aver subito abusi razzisti, conosco Glen e mi fido di lui al 100%. Non ho nemmeno voglia di parlare di calcio, adesso tocca alla Uefa e spero solo che questa vicenda non venga messa sotto il tappeto”.
Lo Slavia Praga ha risposto alle accuse degli avversari, con un comunicato stampa che “respinge l’immaginaria accusa di razzismo” dei Rangers. E spiega come, dopo il triplice fischio, alla squadra non sia stato permesso di entrare negli spogliatoi e Kudela sia stato “picchiato a pugni in faccia dal giocatore Kamara, senza preavviso, alla presenza di Steven Gerrard”, con “i rappresentanti della UEFA, presenti personalmente all’incidente, che sono rimasti scioccati”.
Sull’accaduto, ovviamente, indagherà la UEFA che cercherà di fare chiarezza su quanto accaduto tanto durante la partita che dopo il triplice fischio.