Mondiali 2022: la prima volta del Qatar, tra naturalizzazioni e voglia di stupire

Di questi tempi, se si parla di Qatar e pallone, la parole d’ordine sono scoperta e curiosità. Già, perché della nazionale di Felix Sanchez si sa poco o nulla, se non che ha vinto la Coppa D’Asia nel 2019 subendo solo un gol, in finale contro il Giappone. Prima cartolina della storia in arrivo dal deserto. Lì, grazie a soldi e petrolio si costruiscono sogni, oltre che strutture immense e all’avanguardia. Piscine, hotel di lusso, stadi con l’aria condizionata e tanto altro. Tutto ciò in un paese da 2,9 milioni di abitanti, meno di Roma per intenderci. La nazionale del Qatar è venuta fuori da questo, formata da un mix di giocatori provenienti da nazioni e culture differenti, naturalizzati per raggiungere un obiettivo. Affermarsi anche nel calcio. 

L'allenatore 

Il nome del Ct è Felix Sanchez e di qatarino ha poco, forse nulla. Allena però questa squadra da oltre un decennio, li ha presi che erano dei ragazzini e li ha portati al Mondiale. Stesso staff e praticamente la stessa squadra. Una continuità sui generis. Sono stati loro la prima qualificata alla competizione, dodici anni fa, quando occupavano la posizione numero 131 nel Ranking. Oggi sono al 52esimo posto. Hanno giocato più di venti partite nell’ultimo anno, quasi come fossero un club, allenandosi e andando in ritiro. Merito dell’Aspire Academy, fondata nel 2004 su ordine dell’ex sultano Al Thani e coordinata da allenatori provenienti da tutto il mondo. Una fabbrica del talento che cerca ragazzi a ogni latitudine, dove è costante la ricerca dell'eccellenza. Sanchez, dopo un decennio alla guida dell’U16 del Barcellona, ha scelto di sposare questo progetto e ora ne raccoglie i frutti. L’obiettivo sarà stupire il mondo. 

Come gioca la nazionale di Sanchez 

L’impostazione è di stampo spagnolo. Dell’allenatore abbiamo già parlato, ma anche il responsabile dell’Aspire Academy è uno spagnolo Edorta Murua, una vita all’Atletic Bilbao. Vissuta prima di sposare il progetto Qatar. Il concetto di base è “se il pallone lo teniamo noi subiamo meno”. Poi ovviamente dipenderà dall’avversario. I calciatori giocano tutti in patria, si conoscono bene e sono un gruppo affiatato. La squadra è in ritiro da maggio, forse un unicum nella storia del calcio. Potrebbe essere un fattore. Poi la questione modulo: nell’ultimo biennio il Ct ha utilizzato il 5-3-2, ma i grandi risultati, vedi la Coppa d'Asia vinta, sono arrivati utilizzando il 4-1-4-1. In sintesi, verrà sfruttata la corsa sulle fasce e si punterà sui i gol di Alì. Il Qatar è pronto a sorprendere il mondo. 

I migliori giocatori, dai gol Ali all'estro di Afif

Il Benzema del Qatar si chiama Almoez Ali ed è il miglior marcatore della storia della nazionale. Trentanove squilli in 82 presenze, mai nessuno come lui. Nove li ha segnati in Coppa D’Asia, l’ultimo con una meravigliosa rovesciata in finale contro il Giappone. Ali è nato in Sudan, dal 2014 è stato naturalizzato dal Qatar e dopo anni in giro per l’Europa ha trovato la sua isola felice a Doha. Gioca nel Al Duhail, squadra dove l’anno scorso in difesa giocava Alderweireld e due anni fa c’era Medhi Benatia. Nell’Al Sadd invece c’è Akram Afif, esterno tutto guizzi e fantasia, uno che Xavi - suo ex allenatore - definì “un talento senza limiti”. Le premesse per sperare di essere una under dog dunque ci sono tutte. 

I convocati