"Belotti? In certe movenze mi ricorda Graziani. In altre, Vieri. Ma ha pure qualcosa di Chinaglia". Non male il paragone trovato da Cesare Prandelli per il "Gallo" Belotti, autore di 5 reti nelle prime 4 gare di serie A di questa stagione. L'ex ct azzurro rivela anche di aver considerato, nel suo periodo di incarico, l'attaccante bergamasco per una possibile convocazione in Nazionale.
"Convocai anche Belotti, durante la mia gestione. Ma era infortunato. E non poté venire" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Giocava nel Palermo, ma lo seguivo già dai tempi dell’Albinoleffe. Era davvero giovanissimo, però si stava già mettendo in luce. Sta migliorando in tutto. Crea spazi, si sbatte, recupera palloni, detta l’assist, segna a ripetizione in ogni modo. Di testa, di piede. Destro, sinistro. Ha una generosità eccezionale, superiore alla media. E quando un bomber così bravo sotto porta è anche così generoso, sa far innamorare tutti immediatamente. E’ un trascinatore. E poi è umile. Un gran lavoratore. Belotti può diventare il centravanti per eccellenza dell’Italia per tanti anni. Ventura lo conosce bene, lo ha lanciato in granata, ora farà la stessa cosa in azzurro. Io gli auguro di restare al Toro, perfino di vincere lo scudetto in granata. Ma è chiaro che un talento come lui appare destinato a raggiungere una squadra al top in Europa, non solo in Italia".
Paragoni? Un mix di bomber del passato: "In certe movenze mi ricorda Graziani. In altre, Vieri. Ma ha pure qualcosa di Chinaglia. Detto questo, l’importante è che rimanga Belotti. E continui a lavorare con umiltà. E quindi a migliorare". Nel Toro ci sono anche altri gioiellini: "Come Belotti, anche Benassi si merita la convocazione. E’ un centrocampista completo. Fa bene la doppia fase. Sa ricoprire due o tre ruoli in moduli diversi. E ha grandi margini di miglioramento, è giovane e determinato. Baselli? Ha grandi qualità, ma se non tira fuori le palle, non va da nessuna parte. C’è tanta creta di qualità da plasmare, in Baselli. Se Miha si arrabbia così per spronarlo, è proprio perché vede nel ragazzo doti superiori alla media. Vuole stimolarlo e lo fa a modo suo, con onestà".
Ljajic fu svezzato proprio da Prandelli: "Arrivò a Firenze a gennaio 2010, lo feci esordire io. Mostrava già un talento eccezionale. Se Miha lo ha voluto a tutti i costi, dopo averlo allenato in viola e in Nazionale, è perché anche lui ha la garanzia di avere tra le mani un jolly offensivo di qualità. Deve perfezionarsi su un ruolo in particolare. In attacco sa fare un po’ di tutto. E potrebbe pure giocare da centrocampista, vista la classe. Se trova la continuità e si completa giocando stabilmente in un ruolo, esattamente come vuole impiegarlo Mihajlovic nel tridente, può compiere un definitivo salto di qualità. Il Toro di Sinisa è per lui la miglior soluzione che poteva trovare, dopo gli alti e bassi con Roma e Inter. Può diventare un protagonista del nostro campionato. Ha un’opportunità unica, quest’anno. Altro che sentirsi sminuito..."
Hart? "Il Toro ha preso un portiere di grandissima esperienza, serietà. Di alto livello. E’ un bel segnale per tutto il calcio italiano. E’ un altro punto di forza di una squadra che può diventare la grandissima sorpresa della A. Vista anche l’età media, questo Toro può iniziare un ciclo importante pure a livello europeo. Lotterà già adesso per andare in Europa League. Come la Fiorentina. Sarà una sfida avvincente, domenica". Intanto nella "viola" è tornato Pantaleo Corvino: "Quando una società richiama un ds o un allenatore o un giocatore, è perché la lontananza ha fatto riflettere i dirigenti. Che magari avevano sbagliato a mandarlo via. Per Corvino questa è una grande rivincita umana e professionale. Complimenti. E poi è bravissimo a scoprire talenti e a fare gruppo. Firenze è una piazza meravigliosa, per la quale proverò sempre affetto. Le potenzialità di Firenze sono da scudetto. O da Champions, come ai miei tempi".