E pensare che a gamba tesa ci è sempre entrato pochissimo. Ma la decisione non gli è mai mancata. Anche in conferenza stampa, anche da allenatore, Andrea Pirlo non si tradisce. Anzi, fa subito capire a tutti che se gli si fa una domanda, lui risponde. Senza troppi filtri. Diplomazia? Sempre. Aplomb, si dice. Ma Andrea sa che ci vuole chiarezza. Soprattutto dopo un anno in cui di chiarezza ce n’è stata poca, con tanti dubbi tattici mai risolti e una sensazione di scollamento progressiva e decisiva.
“Sacrificio e abnegazione, come la mia Juve”
“Voglio abnegazione e sacrificio. Ci deve essere gioia nel recuperare il pallone”. Lo ripete tanto, sia davanti ai giornalisti (puntualissimo in conferenza stampa), sia davanti alla squadra. “È stata la prima frase che ho detto ai miei giocatori”. Alcuni sono ex compagni, lui non ci fa caso. Quel che importa è che Pirlo abbia già tracciato la linea: ritrovare lo spirito di coesione “della Juve di Conte”. Non di Allegri, non di Sarri. La primissima Juve, quella che risorgeva dalle ceneri. Come a voler dire: quello che è stato, è stato. Ora, ricompattiamoci.
Entusiasmo
Sarà che di tempo ce n’è pochissimo, ma sembrano parole di un allenatore subentrato a metà stagione. Di quelli però esperti, chiamati a far rialzare la testa dopo un lungo periodo di difficoltà. Di quelli che sanno che da recuperare c’è tanto entusiasmo, un’altra parola che ha ripetuto più e più volte. Ma già lo si era capito, vedendo come si era (ri)presentato ai tifosi: foto, autografi con tutti. Un abbraccio collettivo con l’ambiente che potesse in qualche modo ricompattare dopo un periodo di piccolo scollamento.
Mercato e Ronaldo
E poi c’è la sicurezza, quella di chi ha vinto tutto. “Io so quanto valgo, voglio fare in modo di riuscirci anche da allenatore”, dice. Non nascondendosi dietro a niente, nemmeno al mercato. “Ho le mie idee, è normale che sia così”. La prima scelta è quella di confermare Dybala e salutare Higuain: “Con Gonzalo ci siamo parlati, molto serenamente. Ha fatto un grande ciclo qui, ma è finito”. Niente giri di parole, si va dritti al punto. Come un cross pulito e decisivo. Il rapporto con Ronaldo? Subito chiaro: “Ci siamo sentiti per le convocazioni e per parlare del più e del meno. Per la tattica ci sarà tempo”. Compagni fortissimi (e difficili da gestire) ne ha avuti, toccare le corde giuste potrebbe essere meno complicato di quel che si pensava.
Decisione e umiltà quando serve
Stesso tono di voce, sia quando parla di tattica (si gioca su due moduli: difesa a quattro e a tre), sia quando parla di mercato. E di sogni. Non tradisce emozioni, ma sorride e risponde in maniera chiara e decisa. Di chi ha già un’esperienza tale da non sentirsi nuovo, pur rimanendo umile. “Mi serviva un vice che avesse già allenato e che mi desse una mano sulla fase difensiva”. Tudor è perfetto. Gli servirà a raggiungere l’obiettivo di squadra e anche quello personale: “essere l’uomo giusto al momento giusto”. Pirlo, dal canto suo, si è sentito subito così. Lo si capisce subito. Ora manca il campo: “Me lo confermerete voi”. Prima e unica risata. Si va a lavorare.