“Scrivila bella, mi raccomando. Così la leggono più persone”. Chiudendo la chiamata, Pier Luigi Simonetti ci regala involontariamente l’attacco perfetto per l’articolo. Una frase che testimonia la sua voglia di farsi conoscere, passo dopo passo. Perché alla luce dei riflettori puntati sin da subito addosso lui ha preferito la Serie C: farsi le ossa, formarsi e crescere. La Roma come passato, il Piacenza come presente. E il futuro… chissà. “Mi piacerebbe fare il salto di categoria verso la B, certo. Ma qui mi trovo bene. Il gruppo è fantastico e sono felice di aver scelto questa piazza, tra le varie offerte ricevute la scorsa estate. Più avanti vedremo: parlerò con la società e penseremo al domani”. Ora, però, testa all’oggi. E, prima ancora, un salto al passato.
IL CALCIO NEL SANGUE
Anno 2001. Per la precisione, 4 gennaio. La data in cui Pier viene alla luce, già con nel destino… un pallone. Sì, perché il calcio nella famiglia Simonetti è più che una passione: “Mio padre ha giocato con la Lazio fino agli allievi. Io e mia sorella Flaminia siamo cresciuti entrambi sull’altro lato di Roma, quello giallorosso”. Ora lei, classe ’97, è protagonista in Serie A Femminile, con la maglia dell’Inter. Lui, quattro anni più giovane, si sta ritagliando spazio tra i professionisti.
E pensare che il primo tra i fratelli a cominciare a giocare non è stato né Pier, né Flaminia. Ma Francesco, il più grande dei tre, che ha dato i primi calci al campetto sotto casa… “e noi l’abbiamo seguito a ruota”. Un classico. “Molti dicevano che fosse lui il più forte dei tre, ma oggi è l’unico che ha già appeso gli scarpini, a causa di alcuni problemi al ginocchio, dopo essere arrivato in Serie D”. Una famiglia pane e pallone, “molto unita e a cui tengo molto. Abbiamo un bellissimo rapporto: i miei genitori e i miei fratelli sono una delle cose più belle che ho. Spesso, per venirci a vedere, mamma e papà facevano di quelle corse”. Seguire tre figli, magari su tre campi diversi, non è mica semplice… “Ma loro in qualche modo ce l’hanno fatta sempre”.
“QUANDO LA ROMA HA CHIAMATO SALTAVO PER CASA URLANDO”
La favola inizia sotto casa, l’abbiamo detto. E prosegue sui campi di altre due società romane. Passi avanti, gradino per gradino, che portano allo scalino più grande: “A 10 anni mi ha chiamato la Roma. Il mio allenatore del tempo mi disse che c’era questa possibilità: due provini, al termine dei quali mi avrebbero comunicato il responso”. Proposta accettata con entusiasmo. “L’esito dei test non ci venne comunicato subito. Ma quel momento, quella telefonata, la ricorderò per sempre. Ero al mare, un lunedì”. Descrizione precisa. Del giorno e delle emozioni: “Appena mi hanno detto che mi avevano preso sono impazzito: ho cominciato a saltare e urlare di gioia per casa. Non ci credevo”.
“FLORENZI E DE ROSSI DEI MODELLI”
Con la maglia della Roma, Simonetti ha vissuto una decina di anni. Avventure, vittorie e tanti momenti da ricordare: “Noi giovani, specialmente con Di Francesco, ci allenavamo spesso con i grandi. Un’emozione indescrivibile: calpestare lo stesso campo di chi in televisione sembra inarrivabile è bellissimo. Ti forma. Quando sei lì capisci che anche quelli che vedi come supereroi sono umani come te”. Il feeling con la prima squadra arriva con il tempo. Specialmente con due giocatori, De Rossi e Florenzi: “Sarà perché sono romani come me, ma con loro sono sempre stato a mio agio. Sono due grandi campioni, due modelli di riferimento, anche come persone: avevano sempre una battutina, una parola per dare manforte a noi giovani”.
“HO PIANTO AGLI ADDII DI TOTTI E DE ROSSI”
La Roma nel cuore, da ragazzo ancor prima che da calciatore: “Non ho mai avuto la fortuna di allenarmi con Totti. L’ho sfiorato più volte, quello sì. Ed è sempre stato un idolo: mentre dava l’addio al calcio stavo tornando da una trasferta, piangevo con gli occhi sullo schermo. Reazione identica anche due anni dopo, quando anche De Rossi ha salutato Roma: in quel caso ero allo stadio… e avevo i brividi”.
PIACENZA, SCOMMESSA VINCENTE
Testa sulle spalle e tanto cuore. Pier è così: ce la mette sempre tutta, e i risultati lo stanno premiando. Alla prima stagione tra i professionisti ha collezionato 35 presenze. Il primo 2001 per numero di minuti giocati nel girone A di Serie C, e quarto tra i pari età in tutta Italia. “Sono molto soddisfatto di questa annata. L’obiettivo era iniziare al meglio la mia carriera tra i grandi e ho avuto la fortuna di avere alle spalle una società che punta molto su di me”. Una stagione di alti e bassi, quella del Piacenza, con qualche momento già fisso in memoria, “come il gol al Livorno, il mio primo tra i professionisti, contro un club storico”.
Momenti ed emozioni belle da vivere e ripercorrere, vissute da Roma a Piacenza. Un passaggio arrivato in estate a titolo definitivo – niente prestiti o recompre. Scommessa vincente, con la Roma che osserva attenta ed è soddisfatta del lavoro di Pier. E chissà che, magari in futuro, Simonetti possa vestire di nuovo i colori giallorossi: “Spero di seguire le orme di De Rossi e Florenzi”. Passo dopo passo, impronta dopo impronta. Perché sognare non costa nulla.
A cura di Luca Bendoni