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Data: 13/09/2017 -

Caligara, chi è il 2000 che Allegri ha fatto esordire al Camp Nou. E quella volta che il papà si era appisolato…

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Esordio in questa Champions da dimenticare per la Juve, un 3-0 al Camp Nou che proprio non ci voleva. In una serata così negativa per i bianconeri ecco però un piccolo spiraglio di luce. Anzi, piccolissimo vista l’età del soggetto in questione, Fabrizio Caligara: 17 anni e 154 giorni. “Cali… chi?”, se lo sono domandati in molti al minuto 87’ quando la lavagna luminosa ha indicato il cambio: fuori il 9, dentro il 38. Lui, Caligara, alla prima ‘tra i grandi’ in uno stadietto mica male: il Camp Nou. Con foto di rito postata su Instagram ovviamente nel post partita: “Serata indimenticabile: onorato di esordire in una serata così importante e in uno scenario come il Camp Nou”. Beh, non proprio una banalità. E con tutta probabilità l’unica nota positiva della serata juventina.

Cali… garra: il pupillo di Allegri

Centrocampista moderno, una mezz’ala completa capace di alternare entrambe le fasi: piedi e polmoni. Mancino con inclinazione al pressing e alle giocate spesso di prima, senza dimenticare un gran tiro da fuori. Ma soprattutto tanta grinta. Cali… garra: dicono che non ci stia proprio a perdere. Determinato e con una gran voglia di emergere. Un carattere forte dimostrato prontamente ieri non appena messo piede in campo: pronti, via e subito un giallo rimediato per un’entrata un po’ troppo energica su Busquets. Alla faccia del timore reverenziale di fronte ai mostri sacri in maglia blaugrana. Un unico difetto: non è che abbia tutto questo gran feeling col gol. Nella scorsa stagione in 25 presenze ha messo a segno appena una rete facendo però 5 assist. Può migliorare sotto questo punto di vista, certo. Soprattutto considerato l’anno di nascita: 2000. Lo sa benissimo Allegri, che l’ha eletto fin da subito come suo pupillo dopo i feedback positivi recapitati al livornese da Grosso, un altro che per Caligara ha avuto più di un debole ai tempi della Primavera, coccolandolo ed aiutandolo a crescere. Una grande stima registrata nel momento in cui, di fronte agli elogi per Moise Kean, Allegri ha apertamente elogiato anche quell’ altro ragazzino scuola Juve. C’è un altro 2000 e non solo Kean tra i ragazzi da tenere d’occhio”. Caligara? “Sì, lui ha qualità”. Non solo chiacchiere: il centrocampista fresco d’esordio in Champions infatti in estate è stato aggregato alla prima squadra per la tournée negli USA dove ha preso parte all’ICC scendendo per la prima volta in campo contro il PSG a Miami, fino all’esordio di ieri contro il Barcellona in Champions. Due prime volte contro avversari niente male per un diciassettenne. Anzi. E pensare che papà Fabio, appisolatosi sul divano, quasi si stava per perdere la partita col PSG: “Era contentissimo, non si aspettava di entrare – aveva dichiarato il padre -. Io invece ho quasi rischiato di perdermi il debutto in tv: mi ero addormentato. Quando mi sono svegliato, ho sentito dire il suo nome dal commentatore. Credevo fosse quasi finita, invece era appena entrato”. Meglio così: non se lo sarebbe mai perdonato.

Cuore juventino con un passato all’Inter

Juventino che gioca nella Juve, ma la sua storia non è sempre stata legata a questi colori. Caligara, originario di Domelletto (NO), nel 2009 infatti ebbe l’occasione di entrare a far parte delle giovanili dell’Inter dove rimase tre anni. Eppure, in nerazzurro non hanno creduto in lui tanto lasciare che nel 2012 cambiasse aria trasferendosi alla Pro Vercelli e avvicinandosi così, non solo territorialmente, al proprio sogno. Nemmeno il tempo di ambientarsi a Vercelli che in un torneo proprio contro la Juventus venne notato dal mister Corrado ‘Ciccio’ Grabbi. Anche lui, come Grosso e poi Allegri, se ne innamorò a prima vista etichettandolo come giocatore da prendere a tutti i costi. Detto, fatto: nel gennaio 2013 ecco l’inizio dell’avventura in bianconero. “È stato un orgoglio essere selezionato dalla squadra che amo. Ce la metterò tutta per arrivare fino in serie A, anche se non sarà un percorso facile”. ‘Cali’ si trasferisce a Vinovo, dove si allena e studia nella scuola internazionale riservata ai ragazzi del vivaio bianconero. “Tornare a casa ogni giorno sarebbe stato un problema. Qui lavora anche la prima squadra e a volte ci capita di vederla”. A due passi dal suo idolo di sempre: Marchisio. Impossibile nascondere un’ammirazione tale soprattutto in campo: all’esordio in ICC contro il PSG infatti, al raddoppio di Marchisio, Caligara è stato il primo ad abbracciarlo nei festeggiamenti. Qualcuno lo chiama già ‘Piccolo Marchisio’ ma è meglio andarci piano coi soprannomi, almeno per il momento. Quel che è certo è che “la società ha molta fiducia in lui”, parola sempre di papà Fabio. Fiducia e stima dimostrate prontamente da Marotta & Co. col primo contratto da professionista già firmato in un giorno che non dimenticherà mai. Al tavolo, insieme all’agente Luca Ariatti e ovviamente Caligara, era seduto anche Marotta: lì forse, appena prima di apporre la firma, ha realizzato come la sua storia bianconera stesse realmente per decollare. Anche se avrebbe dato del pazzo a qualcuno se in quel momento gli avessero confidato dell’esordio al Camp Nou. Un esordio che sarebbe stato ovviamente meglio festeggiare con una vittoria ma davvero non c’è male visto che la prima volta di Caligara ‘tra i grandi’ probabilmente è stata considerata come unica nota positiva della serata bianconera.



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