Pesca e gol, Pietro Cianci cresce ad Andria strizzando l’occhio al Sassuolo: “Mi manda Bellomo, ora c’è una montagna da scalare”
21 anni, un cartellino di proprietà del Sassuolo all’orizzonte e un presente chiamato Fidelis Andria in tasca. Pietro Cianci, gigante dell’attacco biancoazzurro, a segno 5 volte in 28 presenze nel girone C di Lega Pro, fa della “generosità e della voglia di dare una mano ai compagni” uno dei suoi punti di forza. Domenica è tornato al gol colpendo con il destro la Virtus Francavilla su assist di Volpicelli, firmando lo 0-1 per la formazione allenata da Giancarlo Favarin, interrompendo un digiuno di due mesi. “Sono contento di essermi sbloccato, i gol aiutano gli attaccanti, ora spero di recuperare quanto prima”. Già, perchè un affaticamento muscolare alla coscia destra potrebbe tenerlo fuori dai giochi nel prossimo turno, quando la Fidelis ospiterà al Degli Ulivi l’Unicusano Fondi. “Ci sarò sicuramente con la Juve Stabia, nel turno successivo” assicura con il sorriso. Lo stesso sorriso con il quale ha affrontato ogni sua sfida, sin da bambino: un problema alle anche lo ha tenuto tre anni fermo. “Poi grazie all’uso di un divaricatore è andato tutto bene, ma sono stato fermo per tre anni. Ho avviato la pratica sportiva a 11 anni”. Dieci anni dopo, il suo cartellino è di proprietà del Sassuolo: “Io in questo momento penso solo all’Andria – assicura lui – ovviamente l’ambizione di tutti è crescere e sono fiero di essere all’attenzione di una delle realtà più solide d’Italia, che crede nei giovani. Ma, ripeto, qui sto bene e sono grato all’Andria. Sono al campo base e c’è una montagna da scalare: dipende tutto solo da me”.
196 centimetri, capacità di fare reparto da pivot e tanta grinta. L’autocritica è al primo posto nella sua idea di crescita: “Sicuramente devo migliorare sotto tanti aspetti, ma sono un calciatore che si sacrifica tanto per la squadra, purtroppo può capitare di essere poco lucidi davanti al portiere”. La rete contro la Virtus Francavilla, però, l’ha sicuramente galvanizzato: “I gol aiutano gli attaccanti, non c’è dubbio. Ora spero di farne altri due fino a fine stagione, sarebbe una gran cosa. Il mio obiettivo all’inizio di stagione era qualche golletto in più, ho commesso anche io degli errori”. Umiltà e testa bassa, non dinoccolata come qualcuno gli rimprovera sul campo. “Vado troppo spesso in fuorigioco, è una lettura dell’azione sulla quale l’allenatore mi chiede di lavorare tanto”. Più dubbi ci sono però quando si tratta di individuare un modello in campo: “Non ho nessun idolo, cerco di ammirare tutti gli attaccanti ma non c’è un centravanti che seguo con più attenzione di altri”. Il pensiero è per un amico e conterraneo come Nicola Strambelli, fantasista del Matera: “Mi piacerebbe dribblare come lui” sorride. Il collettivo è la forza della Fidelis, oggi nona a 45 punti e in corsa per i playoff ‘allargati’ del girone C: “Siamo un grande gruppo, quello è il nostro punto di forza – spiega l’attaccante – fuori dal campo vado molto d’accordo con Piccinni, Allegrini e Colella, ma siamo una grande famiglia”.
Se non avesse fatto il calciatore avrebbe fatto…il calciatore. “Già, è la mia unica passione: quando non gioco, guardo partite in tv”. D’altronde, il pallone è di famiglia: Nicola Bellomo, trequartista classe 1991 oggi a Vicenza, è suo cugino: “Abitiamo a due metri: è una guida per me, sempre pronto ad aiutarmi. Gli voglio un gran bene”, dice con tutto l’entusiasmo di un 21enne cresciuto a calcio e famiglia. E con un ringraziamento speciale: “Se sono arrivato fin qui devo dire grazie a Fabio Sperduti, che ha creduto fortemente in me. Nonostante tutto è rimasto sempre vicino a me insieme alla mia famiglia”. Poi rimette nel mirino il campo: “Sabato c’è il Fondi, l’importante sarà portare i tre punti a casa”. E se l’obiettivo playoff sarà raggiunto, il premio per la squadra è già delineato: “Mi sto appassionando alla pesca, ci vado con Marco Piccinni che è un bravissimo pescatore. Il gol più bello in barca? Un tonno da 60 chili pescato qualche mese fa, l’abbiamo tirato su in quasi due ore“. Però la preda è a casa Piccinni: “Marco l’ha portato a casa sua, il prossimo lo dividiamo. E se ci sarà da festeggiare, lo cucineremo a cena con tutta la squadra”. Promessa di Pietro Cianci, aspirante pirata del gol.