Finisce qui, in un caldo pomeriggio di metà agosto, una storia d’amore lunga una vita (davvero una vita), quella tra Roberto Goretti (perugino di San Martino in Campo) e l’amato Perugia. Finisce, ma non finisce. Perché il sentimento sincero non contempla il concetto di addio. Vive e rivive nei ricordi, nei momenti belli passati insieme (tantissimi) che nemmeno quella maledetta retrocessione di qualche giorno fa potranno scalfire.
Otto anni da dirigente (era il novembre 2012 quando un emozionato Goretti si presentava alla stampa in qualità di Responsabile dell’area tecnica), un’infinità da giocatore (tutta la trafila nelle giovanili fino alla Serie A): una vita. Che oggi scorre, un ricordo dietro l’altro nella mente di Roberto. Solo il ‘Grifo’, unico amore, per il quale ha sempre dato tutto (e anche di più...). Ma l’amore non conosce limiti, si ama e basta, oltre la misura.
In numeri – Otto stagioni. Un’eternità nell’epoca dell’usa e getta. Sei di fila in Serie B, la semifinale playoff con il Benevento nel 2017 con Bucchi in panchina, prima ancora due in Serie C con un campionato vinto nel 2014. Di tutti i calciatori passati per Perugia negli ultimi otto anni più di trenta ora sono in Serie A o comunque giocano in prima divisione (record per tutte le squadre di B). All’attivo un’eredità da 20 milioni in termini di plusvalenze (altro record assoluto per le società di B). Spinazzola, Conti, Mancini, Politano. Scoperti, coccolati e lanciati da Perugia e dall’uomo di Perugia.
Forse li leggerà, scenderà sicuramente una lacrima. Riflessivo, silenzioso, mai sopra le righe. Avvolto nel suo sentimento. Quel sentimento che, in punta di piedi, senza far rumore come di consueto, lo porta oggi lontano dall’amato Grifo. Lontano, ma vicino: comunque e dovunque.