"Mi piacerebbe che si smettesse di parlare di scudetto: siamo l’Atalanta e di scudetti ne abbiamo appena vinti tre consecutivi conquistando tre terzi posti in Serie A": parola di Antonio Percassi.
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Il presidente dell'Atalanta ha rilasciato una lunga intervista all'Eco di Bergamo: dallo scudetto al mercato, ecco le parole di Percassi.
"PRIMA COSA EQUILIBRIO NEI CONTI. OBIETTIVO 40 PUNTI"
Il presidente dei bergamaschi vuole tenere i piedi per terra: "Siamo l’Atalanta, non esiste che pareggi col Bologna e facciamo i funerali… Noi gestiremo sempre la società per garantire l’equilibrio, come prima cosa è fondamentale mantenere i conti in ordine. Secondo me ci siamo rinforzati. Senza la cessione di Romero non sarebbe stato possibile ampliare l’organico in tutti i reparti. Io ho il dovere di tenere i piedi per terra. Si deve smettere di pensare che l’Atalanta possa vincere lo scudetto. Così si perde la misura e non si è mai contenti".
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Dopo tre piazzamenti di fila in Champions League sotto la guida di Gian Piero Gasperini, dunque, la mentalità di Percassi non cambia: "Non derogheremo mai alle nostre regole, quindi prima bisogna arrivare in fretta ai 40 punti. Prima ci arriviamo e prima potremo guardarci intorno, perché il passo successivo sarà puntare a confermarci in Europa. Ma prima conta confermarsi in categoria".
"Invito tutti a godere sino in fondo di quello che stiamo vivendo con orgoglio - prosegue il presidente dei nerazzurri - da bergamaschi e atalantini. Vista la nostra storia questo è un sogno che si concretizza, dobbiamo esserne fieri, ogni giorno. Pensiamo a salvarci in fretta".
"ABRAHAM ESEMPIO DI COSA NON POSSIAMO ESSERE. CREDO NEL RECUPERO DI ILICIC"
Percassi ha commentato anche le scelte sul mercato: con Zapata a lungo corteggiato dall'Inter, l'indiziato numero 1 per sostituirlo sembrava essere Tammy Abraham. Poi, il cambio di programma: Duvan è rimasto a Bergamo e Abraham si è accasato alla Roma. "Abraham? Ecco un altro esempio di cosa siamo e di cosa non possiamo essere. Conosciamo il ragazzo da tempo, ma costo del cartellino e ingaggio sono da grande club".
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"Noi abbiamo un’altra dimensione. Sto solo difendendo scelte che consideriamo fondamentali per il futuro della società. Primo l’equilibrio nei conti. Non possiamo prendere Abraham perché non è nelle dimensioni dell’Atalanta".
Nonostante ciò, il mercato è stato di primissimo livello: in porta è arrivato Musso, poi nomi del calibro di Demiral e Zappacosta: "Musso è una primissima scelta, di Demiral parleremo quando avrà imparato il calcio del mister. Zappacosta è una grande operazione, e per fortuna Luca ha un rapporto speciale con il Chelsea, altrimenti probabilmente l’avremmo perso. L’ho visto col Bologna, ha una gamba impressionante. Il mio sogno è che dopo le gioie di Toloi e Pessina campioni d’Europa, Zappacosta da atalantino possa tornare in Nazionale".
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"La squadra davanti è la stessa della stagione scorsa, mi pare che dopo la partenza di Gomez il rendimento in termini di gol e di punti sia migliorato. E io credo nel recupero di Ilicic - commenta Percassi - che a sentire il mister si sta allenando molto seriamente, oltre che nella crescita di chi ormai si è ambientato".
"Piccoli? Non ha giocato tanto neppure allo Spezia, ma ha segnato 5 gol in Serie A. E qui ha cominciato con una rete da tre punti a Torino. Se segna 5-6-7 gol, a me va bene anche che giochi poco. Piccoli è bergamasco ed è figlio di Zingonia".
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"Tenerlo è una scelta calcistica e non solo - ha concluso Percassi - in Europa i ragazzi giocano nei grandi club a 18 anni e per tutto il settore giovanile lui è già un simbolo. Lui e Scalvini, che ha esattamente 18 anni e diventerà fortissimo». L'Atalanta vuole tenere i piedi per terra, ma nel frattempo guarda già al futuro.