È quasi tempo di dirsi addio. Nella conferenza della vigilia della partita contro la Spal, a parlare non è Juric. Ci sono il direttore sportivo D'Amico e Giampaolo Pazzini (le ultime di mercato), un po' a sorpresa. "Oggi siamo qui per comunicare che le nostre strade si separeranno qui" dice il dirigente. "Dopo cinque anni bellissimi. Ci sembrava doveroso essere al suo fianco: avrebbe voluto esserci tutta la squadra, ma le misure anticontagio ci impongono questo. Quando rientrerà da noi, se rientrerà, dovrà farlo dalla porta principale, in qualsiasi veste lui desideri. Non sarebbe bastato un ruolo di rappresentanza".
Un addio che non pensava potesse arrivare. "Sono sincero" dice lui. "Sincero ed emozionato. Già da tempo lo sapevo, ma in cuor mio non ci pensavo. E anzi, pensavo che sarebbe arrivato il rinnovo. Ma l'ultima volta che sono andato allo stadio ho capito che eravamo alla fine. Sono stati cinque anni intensi tra alti e bassi: un bellissimo percorso che sono contento sia terminato così. L'Hellas resterà per sempre nel mio cuore, sono felice di aver fatto parte di un gruppo che ha regalato questa stagione ai suoi tifosi".
Rabbia? "No, perché i dirigenti sono stati chiari con me. Se c'è sincerità, c'è tutto. Se ho detto qui tutto quello che penso? No, non l'ho fatto" ammette, ma senza alcun intento polemico. "Ci ho pensato, ma parlando cosa raggiungerei? Ho la coscienza a posto. Quando uno finisce un percorso a testa alta, perché si è sempre comportato bene, per me è un grandissimo motivo d'orgoglio". Ora si valuta il futuro: "Ho un'idea abbastanza precisa in testa, ma voglio finire l'anno, stare con la mia famiglia e decidere a mente lucida. Intanto stiamo comunque pensando di restare a Verona, è una città che amiamo. Offerte? Vedremo".