Per tre volte in doppia cifra nelle ultime quattro stagioni, il primo gol in Nazionale messo a segno neppure un mese fa. Leonardo Pavoletti è l'idolo di Cagliari, bomber in Serie A dei rossoblù (già 12 i gol segnati quest'anno) e punto di riferimento per i tanti calciatori che, partiti dalle basse categorie del calcio italiano, continuano a sognare in grande.
Esploso in Serie A con la maglia del Genoa, dove è arrivato nel gennaio 2015 dal Sassuolo, prima di trovare spazio nel calcio che conta Pavoletti ha avuto tanta strada da fare, passando anche per i campionati minori. E a quei tempi, rivela il "Pavo", ha persino pensato che la vita che aveva sempre sognato di fare sarebbe potuta finire da un momento all'altro. Ai microfoni di "Cronache di Spogliatoio", in occasione di una videointervista ora online su YouTube, l'attaccante del Cagliari ha raccontato un momento particolare della sua carriera.
"Nel 2010-2011 giocai mezza stagione con la Juve Stabia e l'altra metà a Casale, andavo a dormire la sera e temevo che tutto ciò che avevo sempre desiderato mi sarebbe potuto sfuggire di mano. Immaginavo la vita del calciatore come quella che si vede sui giornali, quella in stile-Bobo Vieri che in realtà pochissimi si possono permettere. All'inizio pensavo che bastasse il minimo sforzo, per poter diventare il tipo di calciatore da aperitivo e bella vita. In realtà le cose in campo non andavano benissimo, non dico di essere stato depresso ma certamente molto preoccupato. "Ok - mi sono detto - l'anno prossimo si fa sul serio". E poi ne è venuta fuori la stagione da capocannoniere con il Lanciano in Serie C..."