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Data: 12/11/2016 -

Pastorello, quel contratto lanciato e 10000 euro di multa: "Milito mi disse grazie a San Siro. Preziosi..."

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Tu chiamalo se vuoi… amore, per il mercato. Un “saltello” che entra nella storia, le immagini di un contratto lanciato in un ufficio che presto fanno il giro d’Italia. 1 settembre 2008, nel box della Lega Calcio ci sono Fabrizio Preziosi e Alessandro Zarbano, dg e ad di quel Genoa lì. Alle 19, orario di chiusura di un calciomercato che a Marassi aveva già portato Criscito, Bocchetti e Palladino (tra i tanti), mancano ormai pochissimi secondi. I dirigenti rossoblù sono in coda, in mano hanno il contratto di Jankovic del Palermo. C’è solo da depositarlo, ma Preziosi in testa pensa a tutt’altro. Pensa al Principe, quello che con il Genoa aveva già segnato 33 gol e che adesso voleva riportare “a casa”. Una trattativa “assurda” per Milito, la definisce così Federico Pastorello che di quella serata a Milano diventò l’uomo-copertina con il “lancio del contratto di Diego” che strappò sorrisi e qualche polemica. “Preziosi mi chiamò il sabato sera ed il mercato chiudeva il lunedì, voleva provare a riportare Milito al Genoa. Gliel’avevo proposto qualche settimana prima, ma alla fine probabilmente la difficoltà nel chiudere altri obiettivi riaccese l’operazione”, e forse il giorno dopo la sconfitta a Catania la accelerò pure.

Pastorello si mette al lavoro, lui nella trattativa fa l’intermediario con il Saragozza, il club spagnolo che aveva prelevato Milito dal Genoa qualche anno prima. “Il Presidente era un tipo molto particolare, non era facile”, racconta Pastorello a gianlucadimarzio.com. Ma Diego, già innamorato di Marassi, vuole solo il Genoa. Solo e soltanto il Genoa, tanto da rifiutare ogni proposta del Tottenham che al Saragozza offriva due milioni in più degli 8 più bonus di Preziosi. Il solito braccio di ferro, con il Saragozza che blocca Milito (“O in Serie B con noi o al Tottenham”) e l’argentino che spinge per il Genoa. L’accordo per il contratto lo trova il suo agente, Hidalgo, ma “il problema - racconta Pastorello - era il debito che il club spagnolo aveva con Diego e che non voleva saldare”. Il lunedì mattina i due club trovano l’accordo, il Genoa alza l’offerta a 10 milioni più bonus ed il Saragozza accetta. Ma quella pendenza resta e pesa, Milito - raccontano - lancia l’ultimatum: “Voglio solo il Genoa”. “Ho visto scene di grande nervosismo perché effettivamente l’operazione davvero poteva saltare fino all’ultimo”, continua Federico Pastorello. Che poi ripercorre gli ultimi istanti di una trattativa che ha segnato una pagina di storia del calciomercato: “Ebbi finalmente l’ok per chiudere dal Saragozza alle 18.55, raccogliemmo tutto in fretta e furia, facemmo firmare il Genoa e mandammo tutto via fax. Un fax che alla Lega sarebbe arrivato soltanto alle 19 e qualche secondo. Io mi precipito in hotel e corro verso i box, do il contratto ad un mio collaboratore e gli dico di correre a depositarlo. Ero tranquillo a quel punto, ero convinto che tutto fosse sistemato. Alle 19.02 mi avvicino ai box della Lega e vedo il mio collaboratore lì fuori. “Cosa stai facendo?”, gli chiesi. E mi disse che era già chiuso. Sapevo che dentro c’era il Genoa ed istintivamente mi venne in mente di saltare, sfruttando la mia altezza e gettando il contratto dentro al box”.

Una mano in aria per lanciare il foglio con tutte le firme, l’altra all’orecchio per parlare con Preziosi: un’istantanea che diventò storia. Ma nulla di irregolare, perché “è vero che presentammo l’ultima parte della documentazione in ritardo, ma una parte era già stata depositata”. Diecimila euro di multa, per riportare il Principe Milito al Genoa ci possono anche stare: “Qualche minuto di attesa, poi alla fine accettarlo tutto. Gli anni dopo hanno messo una retina sopra il box per evitare altri episodi così… una scena irripetibile ormai”. E se quel contratto Pastorello non lo avesse lanciato? “Non so davvero cosa sarebbe successo. Forse non sarebbe stato confermato se avessimo depositato il contratto senza tutta la documentazione perfettamente completa”. E, magari, sarebbe cambiata anche la storia. Del Genoa e dell’Inter. Fu lì che Pastorello incontrò Milito, perché nel caos di quella trattativa si erano sentiti soltanto due volte al telefono: “L’ho conosciuto che era già in nerazzurro. Io a San Siro, lui squalificato in tribuna. Avevamo i posti accanto, arrivò, mi sorrise e mi dette una pacca sulle spalle: “Ecco la persona che devo ringraziare per avermi riportato in Italia”, mi disse lui”. Genoa ed Inter ancora ringraziano. E oggi, più di 8 anni dopo il lancio di quel contratto, Milito gioca l’ultima gara in carriera. Chissà che un posticino, nell’album dei suoi ricordi, non ce l’abbia anche questa istantanea qui.



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